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Commercio in caduta libera, come mai negli ultimi anni: nel 2017 sono stati tanti gli esercenti sardi che hanno abbassato definitivamente la serranda della propria attività. Lo denuncia Confesercenti che ha diffuso i dati sul saldo delle imprese: 3.390 aziende del commercio e del turismo hanno cancellato la propria iscrizione al registro delle imprese, a fronte di 1.675 nuove iscrizioni.

Un saldo negativo del -3,2%, che supera anche il dato del 2016 (-2,8). Una flessione del -3,6% nel commercio e del -2,7 nel turismo. “Numeri drammatici che, – dice Confesercenti – raccontano una situazione che non corrisponde affatto ai proclami di ripresa economica, almeno non per l’Isola”. Va peggio a Sassari con un saldo negativo del -7% nel commercio e -4,5% nella somministrazione. Segue Cagliari con -2,2% nel commercio e 2,8 nella somministrazione.

La ricettività turistica registra a Oristano il saldo negativo più importante: -4,4%, mentre nel resto dell’Isola resta in stallo non lasciando presagire positività. “Stiamo assistendo ad una vera e propria desertificazione dei centri urbani – afferma Gian Battista Piana, direttore Confesercenti Sardegna – L’assenza di attività commerciali nei centri storici la dice lunga sulla difficoltà che le attività commerciali e artigianali riscontrano a stare sul mercato in aree marginali della città così come, purtroppo, in tutti i centri minori dell’isola la politica dovrebbe almeno a posteriori riconoscere che questo è il risultato della totale indifferenza verso il comparto che ha caratterizzato l’attività politico-amministrativa di tutte le amministrazioni ai vari livelli.

“Da sempre abbiamo sostenuto che il commercio ha una insostituibile funzione in termini di elevazione della qualità della vita – aggiunge Roberto Bolognese, presidente dell’associazione – e mentre il commercio di vicinato continua a vivere un dramma sempre più profondo, prendiamo atto che la grande distribuzione organizzata, di contro, si espande e continua a conquistare nuove fette di mercato”.