Accolto da un tentativo in extremis di boicottaggio, lanciato da Eleonora Forenza della Sinistra Unitaria e rilanciato da Marco Affronte, ex grillino ora nei Verdi, il leader di CasaPound Simone di Stefano ha tenuto oggi al Parlamento Ue la conferenza ‘A Bruxelles per dire fuori dall’euro e fuori dalla Ue’. E il messaggio dell’estremista di destra è chiaro al riguardo: “Se avessimo il 51% dei voti e il mandato di governo, in 14 giorni condurremo unilateralmente l’Italia fuori dall’euro e dalla Ue con una serie di decreti legge spietati”.
La Ue e la sua moneta, ed ancor più in particolare “Francia e Germania”, sono, per Di Stefano, il totem di tutti i mali dell’Italia: “la perdita delle industrie e del lavoro”, “l’immigrazione” e “il fatto che non facciamo più figli”. Una volta fuori dalle regole comunitarie, assicura il leader di CasaPound, “l’Italia tornerà ad essere una nazione libera, feconda e grande come eravamo prima dell’ingresso nella moneta unica”.
All’evento, organizzato dall’eurodeputato di Alba Dorata Eleftherios Synadinos, ha partecipato anche l’ex grillino Marco Zanni, ora nel gruppo ENF di Lega Nord e Front National. Zanni ha voluto scusarsi per la lettera con cui un gruppo di colleghi, guidati da Forenza, ha chiesto al presidente del Parlamento Ue Antonio Tajani di impedire a Di Stefano l’uso degli edifici dell’eurocamera “per spargere propaganda fascista, razzista ed omofobica”. Un tentativo fallito, a quanto si è appreso, per la mancanza dei necessari presupposti. “Mi scuso – ha detto Zanni – per l’atteggiamento di alcuni membri di questo Parlamento, opporsi alla libera espressione è andare contro i valori di questa istituzione”. Tra i critici a Di Stefano si è presentato alla conferenza solo Daniele Viotti del Pd portando con se una bandiera europea.