Le nuove scalette Santa Teresa che terminano sul muro fanno riflettere, ritengo vadano culturalmente tutelate per una serie di motivi:

– Culminano con la celebrazione di un graffito wild style e sono un capolavoro surreale di poesia dada che denuncia quando sia difficile abbattere muri per attingere alla libertà.

– Sono la metafora di chi fonda la propria esistenza sulla scalata al successo ed a collocarsi un gradino più in altro degli altri.

– Preferisco le scale che impattano sul muro alla scultura di Pinuccio Sciola, meglio raccontano e celebrano la figura di Antonio Gramsci e lo sciacallaggio politico sulla sua figura di libero intellettuale di sinistra, le sue idee continuano a infrangersi sui muri piuttosto che elevare anime e spiriti liberi.

– Idealmente sembrano volere raccontare la condizione dell’Alta Formazione Artistica Cagliaritana, un ingresso di un’Accademia di Belle Arti di Cagliari mai aperto, una aspra denuncia critica verso l’incapacità tutta Cagliaritana e isolana di porsi a sistema autonomo in grado di coltivare e tutelare la propria storia e la propria memoria attraverso la formazione artistica.

Chiedo formalmente che non vengano rimosse, tra gli episodi più interessanti e realmente innovativi e iconoclastici di tutto il percorso di programmazione artistica e culturale della città di Cagliari.

Un plauso a chi ha realizzato, progettato, voluto e determinato tale Scultura e monumento a tutti i limiti della cultura artistica Cagliaritana.

La Scultura racconta anche la reale condizione politica isolana proiettandola nelle prossime elezioni politiche. Non si rimuova la Scultura, che Cagliari prenda atto dei propri limiti e lavori per migliorarsi aprendo porte e abbattendo muri e limiti prima di tutto culturali.

Mimmo di Caterino