“Per me è abietto che il Consiglio regionale sardo non lavori per un mese, chiediamo che i presidenti del Consiglio e della Regione facciano una verifica con la maggioranza e si riprenda almeno con i lavori delle commissioni. Non è possibile stare con le braccia incrociate. Rispettiamo la campagna elettorale, ma tutto va reso coerente con il nostro dovere di produrre provvedimenti positivi per la nostra terra”. Così il capogruppo del Partito dei sardi Gianfranco Congiu, commenta lo “stop” dei lavori del Consiglio regionale dovuto alla campagna elettorale, che sta coinvolgendo anche consiglieri regionali candidati alle elezioni del 4 marzo (in tutto sono 12 i consiglieri sardi che proveranno a varcare la soglia del Parlamento).
La presa di posizione di Congiu, dopo il vertice di maggioranza convocato questa mattina dal presidente della Regione Francesco Pigliaru per affrontare il tema della proposta di legge sulla lingua sarda (Pigliaru non ha potuto partecipare all’ultimo momento per impegni legati al lavoro della giunta, al suo posto nel faccia a faccia con i capigruppo ed esponenti della maggioranza, l’assessore alla Cultura Giuseppe Dessena, ndr).
Una norma complessa, sottolinea ancora Congiu, che rischia di non vedere la luce e incagliarsi prima della fine della legislatura, anche per il rallentamento dei lavori del Parlamento sardo: “In un contesto come questo, dove tutti sono affaccendati in campagna elettorale, il clima è da disarmo- spiega il consigliere di maggioranza-. Io non ci sto. Chiedo che le commissioni riprendano la loro attività ordinaria, in particolar modo sui temi prioritari. Oltre alla legge sulla lingua, c’è quella sugli appalti, un provvedimento molto atteso dal mondo delle imprese e dell’edilizia, che riscrive la vecchia legge 5 del 2007, dichiarata parzialmente incostituzionale”.
Conclude il capogruppo: “In ampi settori della maggioranza, non solo nel Pds, sta venendo fuori l’esigenza di uscire da questo impasse: io sono pronto a lavorare anche domani mattina, aula compresa”.
Fonte: agenzia Dire