“E’ come l’araba fenice, il Piano di Risanamento Acustico dei quartieri di Stampace e Marina: tutti ne parlano ma nessuno lo ha mai visto. Ad esclusione dei pochi adepti che lo celano alla città. Perché mai?”. La denuncia è di Enrico Marras, presidente del Comitato ‘Rumore no Grazie’ che da anni si batte per il rispetto delle regole e dei cittadini cagliaritani. Nato a Marina e Stampace, il Comitato si sta “battendoper il rispetto della legge nell’intera città”.
“Per dare una risposta attendibile – spiega Marras -è opportuno ricordare brevemente gli antefatti. Il Comune di Cagliari è stato condannato dal Tar nel 2015 per disastro ambientale da rumore (accertati dalla Regione livelli di rumore notturno vietati persino nelle aree industriali di notte) e per violazione dell’art. 32 della Costituzione, cioè violazione del diritto alla salute e alla vita delle persone. Un fatto di una gravità inaudita. Di fronte all’inerzia del Comune nell’assunzione delle obbligatorie misure di risanamento, la Regione ha messo in moto le procedure di commissariamento del Comune. Atto obbligatorio e non già facoltativo. Ed è per evitare il poco onorevole provvedimento coercitivo della Regione che il Comune di Cagliari –prosegue Marras – ha commissionato alla Società Vdp S.r.l. di Roma la redazione del Piano di Risanamento Acustico che è stato consegnato nei termini convenuti di cinque mesi, entro il 30 maggio del 2017”.
“Da oltre otto mesi il “Piano” è però ostaggio degli Uffici e della Giunta – continua Marras -, quantunque la competenza esclusiva sia del Consiglio comunale. Le richieste più volte avanzate per ottenere copia dello studio sono sempre cadute nel nulla. Non solo quelle dei comuni cittadini ma persino quelle dei Consiglieri comunali. Si è arrivati così all’assurdo, quanto meno sul piano istituzionale, che studi pagati con i soldi dei contribuenti siano nella disponibilità degli uffici e ne venga negata la lettura ai rappresentati eletti della città. Nei giorni scorsi in Consiglio comunale sono state discusse due interrogazioni del consigliere Calledda, che ha chiesto copia del Piano nel mese di luglio dello scorso anno (richiesta negata), e della consigliera Martinez che ha chiesto spiegazioni della assoluta mancata applicazione del Piano Acustico e della “sparizione” del Piano di Risanamento. Nessuna risposta seria e plausibile da parte dell’Assessora Ghirra, se non quella, menando il can per l’aia, che sono stati chiesti approfondimenti alla Vdp. Dimenticando, o ignorando, che la materia è di assoluta competenza del Consiglio e che i consiglieri hanno comunque diritto di conoscere lo studio nella versione originaria. E che spetta, prima di tutto, al Consiglio e ai singoli consiglieri avanzare eventuali proposte di modifica”.
“Il Consiglio – spiega il presidente del Comitato – potrebbe benissimo considerare valido ed esaudente lo studio nella versione consegnata al Comune senza che siano necessarie modifiche alcune. Prerogative, quelle del Consiglio, che dovrebbero essere sempre salvaguardate dal suo Presidente che invece appare fin troppo silente. La lezione che si ricava dai pasticci di questi anni è una sola: il Piano di Risanamento Acustico è probabile che metta ulteriormente in luce la disastrosa politica ambientale e le inadempienze del Comune e i nefasti effetti di quei comportamenti sulla salute e sulla vita delle persone, come ha chiaramente riconosciuto il Tar nella Sentenza di condanna del Comune di Cagliari. Per cui ora qualcuno potrebbe essere indotto ad addomesticare la proposta di Piano di Risanamento, giocando irresponsabilmente sulla pelle dei residenti, sull’integrità dell’ambiente, sulla qualità della vita in città”, conclude il Comitato.