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“L’Università di Sassari respinge fermamente ogni falso addebito e si farà promotrice nelle opportune sedi legali di ogni azione volta a dimostrare la correttezza amministrativa del suo operato, nel rispetto delle procedure stabilite dalla legge e dal bando regionale”.

Il rettore di Sassari Massimo Carpinelli rispedisce al mittente le accuse dell’avvocato cagliaritano Gianni Loy, che tutela e rappresenta due ricercatori sardi esclusi a suo tempo dalla graduatoria del bando “Rientro dei cervelli”, attraverso cui l’Università di Sassari aveva assunto a tempo determinato sette ricercatori impegnati almeno per tre anni nelle università estere e titolati a svolgere ricerca nell’isola grazie al piano di rientro finanziato dalla Regione.

Secondo la tesi di Loy e dei suoi assistiti, cinque dei sette selezionati non avevano i titoli per partecipare al bando. La loro protesta in ogni sede ha portato infine la direzione generale dell’assessorato regionale della Pubblica istruzione, informato anche il Servizio anticorruzione e la sua responsabile, l’avvocata Alessandra Camba, a sospendere in autotutela l’erogazione dell’ultima tranche di finanziamento e a trasmettere le carte in suo possesso alla Procura di Sassari.

“Seguiamo con attenzione la vicenda della sospensione dei fondi da parte della Regione – afferma Carpinelli – ma gli atti che invieremo alla Procura evidenzieranno che l’ateneo ha operato legittimamente, in base alla documentazione prodotta dai candidati, che erano in possesso dei requisiti stabiliti dal bando e attestati dalle istituzioni universitarie straniere dove hanno svolto il triennio all’estero richiesto. Va rimarcato che i giudici competenti, amministrativi e penali, hanno già acclarato l’infondatezza di ogni addebito finora mosso all’ateneo in relazione alla procedura concorsuale in oggetto, come risulta da ultimo anche dal decreto del giudice penale del 15 febbraio 2018”.