Oltre la metà delle aziende controllate nel 2017 dall’Ispettorato del lavoro di Sassari è irregolare: lavoro nero e mancato versamento di contributi sono le due piaghe da sconfiggere. Secondo i dati diffusi dal direttore Massimiliano Mura, nessun settore produttivo può essere considerato virtuoso, visto che tutti hanno violato in maniera significativa le norme su salute e sicurezza e in materia contributiva, previdenziale e assicurativa, con 56,5% che non lascia fuori nessun comparto.

Su 2.046 aziende ispezionate in provincia di Sassari – Gallura compresa – in 1.156 sono state riscontrate irregolarità. Il dato più rilevante riguarda le illegalità verificate in materia assicurativa, con il 97,56 per cento delle imprese fuori norma fra quelle controllate. Sono stati individuati 1.262 lavoratori irregolari, di cui 549 occupati totalmente in nero, e sono stati recuperati contributi e premi evasi per un totale di oltre 6 milioni di euro. Il settore che maggiormente ignora le regole è quello edilizio, con 335 imprese irregolari (il 58,67 % di quelle controllate), 108 lavoratori in nero e 5 aziende sospese; segue il terziario con il 57,86 % di illegalità (556 aziende irregolari; 362 lavoratori in nero; 18 aziende sospese), il comparto agricolo con il 53,66% (22 aziende irregolari; 28 lavoratori in nero), e l’industria con il 53,66 % (44 aziende irregolari; 19 lavoratori in nero; 2 aziende sospese).

A fronte di 3.334 violazioni amministrative lavoristiche accertate, sono stati riscossi 224.138 euro. Le sanzioni definitive a seguito di ordinanza ammontano a 3.054.947,30 euro. Sono da aggiungere 272 violazioni prevenzionistiche, la gran parte di natura penale, in relazione alle quali sono stati riscossi 249.067,40 euro. La tutela dei crediti retributivi dei lavoratori, attuata mediante la conciliazione monocratica, ha visto la conclusione di 117 accordi tra datore di lavoro e lavoratore (a fronte di 156 conciliazioni trattate, pari a un tasso del 75% di accordi riusciti), per un valore di somme riconosciute in favore dei lavoratori pari a 520.551,90 euro.

La tutela coattiva dei crediti retributivi dei lavoratori, attuata mediante la diffida accertativa, ha consentito l’adozione di titoli esecutivi in favore dei lavoratori stessi, pari a 1.853.151,87 euro, cui sono da sommare 4.902,83 euro pagati prima dell’adozione del titolo esecutivo e 155.208 euro riconosciuti dai datori di lavoro in sede conciliativa.