“Una grande legge nazionale della Sardegna, che risolve i nodi nel settore degli appalti, tutela le imprese sarde, apre nuovi spazi di mercato per i nostri giovani professionisti, migliora l’efficienza e la competitività del sistema regionale”.

Il segretario del Partito dei Sardi, Paolo Maninchedda, illustra i punti cardine della legge approvata in Consiglio regionale. Lo fa con l’assessore ai Lavori pubblici, Edoardo Balzarini, con il capogruppo Gianfranco Congiu e il consigliere Roberto Desini, e con il presidente del partito Franciscu Sedda. Un traguardo raggiunto grazie all’apporto “della Giunta, della maggioranza, delle forze di opposizione e di tutto il Consiglio, segno che l’unità dei sardi può produrre concretamente grandi cambiamenti”.

Con il varo della nuova legge, spiega Maninchedda, “finisce una sorta di schiavitù della Sardegna nei confronti dell’Anas che, fra l’altro, aveva un aggio sulle opere realizzate nel territorio regionale del 12.50%, classificate alla voce spese generali”. Balzarini si è soffermato sulle parti più innovative del provvedimento, che “assegna alla Regione una autentica capacità di programmazione delle opere strategiche, semplifica l’iter burocratico dei lavori, responsabilizza le imprese e incentiva la crescita dei professionisti locali, senza trascurare la qualità architettonica, la sicurezza e le sostenibilità ambientale e sociale degli interventi”.

Finalmente, commenta il capogruppo Congiu, “gli appalti in Sardegna cominciano a parlare sardo”. Desini ha messo l’accento sul fatto che “stavolta la politica ha percepito l’importanza di una legge come questa e lo ha fatto bene e in tempi ragionevoli”. Il presidente Franciscu Sedda ha ricordato che “il portafoglio Anas in Sardegna è di circa 2 miliardi, quindi la quota di risorse che vengono restituite al circuito regionale è di 120 milioni”. Questo, sottolinea, “significa difendere l’economia dell’Isola, con una legge certamente ricca di tecnicalità ma anche con una precisa visione della società sarda”.