“La scuola di inviati di guerra annovera da tempo fior fiore di giornalisti italiani che, a sprezzo del pericolo, ci hanno permesso di conoscere antefatti e fatti di sanguinari conflitti. Grazie a loro, abbiamo potuto avere una informazione imparziale e completa di ciò che avveniva lontano da noi.
Sulla Siria, martoriata da un doloroso e brutale conflitto, si è spesso sbagliato, attribuendo patenti di “liberatori” a chi altri non erano se non sanguinari terroristi e di “dittatore” a chi invece difendeva il suo popolo da aggressioni esterne e tentativi di rovesciamento della sovranità popolare. Una iniziale e strumentale visione ideologica, mai supportata da testimonianze raccolte sul posto o dalla volontà di ascoltare i tanti Siriani residenti in Italia.
Fortunatamente, c’è stata poi un’opera – contrastata e sminuita- di diffusione di verità inconfutabili. Testimonianze, filmati, reportage che hanno permesso al mondo di mostrare chi erano quelli combattevano per fermare i terroristi islamisti e chi invece agiva – alloscoperto e dietro le quinte – per seminare terrore e destabilizzazione. Micalessin, Biloslavo, Capputo e altri inviati di guerra che a rischio della propria vita ci hanno mostrato la realtà atroce dell’aggressione alla Siria e la vera natura di quelli dipinti come “ribelli”.
Questa domenica, nella trasmissione “Che tempo fa” si è tornati indietro di anni, rituffandosi nella mistificazione: la Rai ha dato la dimostrazione di come non si fa informazione ed ha vanificato l’encomiabile lavoro di tanti giornalisti e inviati di guerra che lavorano sul campo. E di coloro che in Italia sono impegnati da anni nel cercare di fendere la nebbia della disinformazione e del ribaltamento della verità.
A che titolo il saggista Roberto Saviano parlava di Siria? Può vantare studi e approfondimenti che gli permettono di poter svolgere questo ruolo? È stato recentemente in quello Stato? Se ne era mai documentato prima che lo scatenarsi dell’aggressione dipingesse al mondo il governo in carica come illegittimo?
Penso di no. La sua analisi è riuscita ancora una volta ad unire destra e sinistra, parti politiche solitamente avverse tra loro, ma unite nell’unanime indignazione per le parole e l’analisi fuorviante e intrisa di ideologia dello scrittore.
L’appello è quello che la Rai dia voce alla vera storia di quello che sta accadendo in Siria, ospitando quei giornalisti che veramente meritano la prima visione nelle reti nazionali. Loro sono voce di verità. Loro possono dire cosa accade in Siria”.