“Esprimiamo tutta la propria indignazione e sconforto a nome di tutta la nostra Comunità per l’estenuante inganno al quale siamo sottoposti da oramai due anni”. Inizia così un comunicato del Comitato Sanità Bene Comune. Vi proponiamo il loro intervento integrale:

Se dovessimo utilizzare tre vocaboli per sintetizzare la situazione questi dovrebbero essere: inadeguatezza, raggiro e inerzia! Inadeguatezza della Giunta Regionale e della maggioranza che la sostiene. Per due anni abbiamo pazientemente pressato sui consiglieri perché non trascurassero le zone interne. Per mesi abbiamo inseguito l’Assessore Arru, fino all’Assemblea del 21 febbraio ad Isili. Il Consiglio ha prodotto un Piano di Riordino.

L’Assessore rivendica precise direttive rivolte all’Azienda. Ma tutto ciò non si è tramutato nella riapertura del nostro moderno reparto di chirurgia, ne nell’avvio dei percorsi di week surgery in rete con il SS Trinità. Denunciamo dunque l’inadeguatezza di una classe politica evidentemente incapace di far applicare all’Azienda determinate direttive. Il raggiro subito dall’ATS. Dopo lo smantellamento delle sale, gli eterni lavori di costruzione del nuovo blocco, i molteplici incontri avvenuti con Primari, Direttori Sanitari, Direttori di Distretto, Direttori Generali etc, si è rafforzata in noi la convinzione che nei confronti del San Giuseppe di Isili perdura un lucido disegno di boicottaggio: come spiegarsi altrimenti questo continuo girare a vuoto? Ogni volta che sembra si sia arrivati al dunque, l’Azienda si ferma e ci dice: “tornate dai politici. Sono loro che decidono”. Denunciamo dunque il subdolo raggiro, variegato e multiforme, subito dalla ATS in questi due anni. L’inerzia delle istituzioni locali e dei Sindaci. Sarebbero dovuti essere gli alleati decisivi in questa battaglia e ancora lo pensiamo. Ma come poter ignorare la lentezza con cui si muove la macchina dell’ascolto e dell’azione? Come non sottolineare che forse, data la posta in palio, la loro presenza e la loro iniziativa sarebbe dovuta essere ben più incisiva di quella di un povero manipolo di cittadini senza anagrafe? Denunciamo dunque l’inerzia e l’assenza dimostrata da tutti i Primi Cittadini del territorio nel lungo periodo, benché alcuni di essi siano stati, in certe fasi, più presenti di altri.

Il San Giuseppe di Isili e i servizi del territorio restano dunque miseramente in mezzo alla melma di un incomprensibile guado: la nuova riforma non è stata applicata mentre i vecchi assetti sono stati smantellati. I nostri cittadini continuano a migrare per una appendicite o per una ecografia, ad inventarsi da se percorsi di diagnosi e cura che dovrebbero essere ben delineati e garantiti, a veder lievitare contemporaneamente i costi e l’inefficienza di un apparato pachidermico. La lezione del 4 marzo non è servita a nessuno, tant’è che ci sono dirigenti, i quali, forse per eccesso di ironia, si possono permettere di dire che “le leggi si applicano per gli amici e non si applicano per i nemici”. Altri che, forse abituati a curare in solitudine i propri orticelli, si permettono di minacciare l’affossamento di interi reparti e il naufragio di trent’anni di esperienza sanitaria. Se la diplomazia costruttiva e paziente ci ha condotto in un vicolo cieco proveremo altre strade. Se la diplomazia costruttiva ha ancora un senso, ce ne venga data prova entro un mese.