Un terzo palestinese è stato ucciso nei violenti scontri in corso con l’esercito israeliano lungo il confine con lo stato ebraico. Lo riferiscono fonti mediche palestinesi – citate dall’agenzia Maan – e fonti locali a Gaza. Il manifestante, identificato in Amin Mahmoud Muammar (35 anni), è stato ucciso a Rafah nel sud della Striscia. Sale così a 3 il bilancio dei morti negli scontri nei pressi del reticolato che divide Gaza da Israele, dove è in atto la ‘Marcia per il ritorno’ nell’ambito del ‘Land day’. I media palestinesi parlano anche di 100 feriti in totale. Il secondo manifestante ucciso, Mohammed Kamal Najjar, aveva 25 anni.

Migliaia sono i palestinesi in “sommossa in sei luoghi lungo la Striscia di Gaza, bruciando gomme, lanciando sassi alla barriera di sicurezza e verso le truppe israeliane che rispondono con mezzi di dispersione e sparando verso i principali istigatori”, riferisce l’esercito israeliano sottolineando che Hamas “mette in pericolo le vite dei civili e le usa a fini terroristici, è responsabile dei disordini violenti e di tutto quello che avviene sotto i suoi auspici”.

L’esercito israeliano sottolinea di vedere “con grande severità ogni tentativo di far breccia nella sovranità israeliana o di danneggiare la barriera difensiva”. L’esercito ha poi spiegato di aver “imposto una zona militare chiusa tutto attorno alla Striscia in accordo con la situazione in atto. Con il rinforzo delle truppe, l’esercito, se necessario è preparato a rispondere – ha continuato – ai violenti disordini programmati lungo il confine della Striscia”.

Il ministro della difesa Avigdor Lieberman ha avvisato in arabo, sul suo profilo Twitter, che “ogni palestinese che da Gaza si avvicina alla barriera di sicurezza con Israele metterà la propria vita a rischio”. L’avviso si riferisce alla situazione di tensione in corso alla frontiera con Gaza.