Il nuovo tariffario regionale veterinario subisce un brusco stop in Commissione Sanità del Consiglio regionale. Il Partito dei Sardi, con Augusto Cherchi, punta i piedi e parla di “inopportunità politica” per una rivisitazione delle tariffe per i controlli veterinari obbligatori, “che vengono anche quintuplicate”.
Così il documento oggi non è stato votato e ora l’assessorato della Sanità rivedrà le scelte tecniche fatte per rinnovare un tariffario vecchio di 26 anni e poi riproporlo al parlamentino per l’approvazione. “Così come ci è stato prospettato – spiega Cherchi – il tariffario rappresenterebbe una batosta per tutte quelle sagre paesane o feste regionali in cui vengono utilizzati animali, dalla Cavalcata Sarda a Sant’Efisio, dall’Ardia alla Sartiglia. Si passerebbe infatti da zero a 800 euro per la presenza dei veterinari, mentre lo ‘sconto’ per le processioni religiose porterebbe al pagamento di 100 euro”.
Altra questione riguarda il mondo agricolo: “per movimentare una singola pecora si rischierebbe di pagare più del valore di quell’animale, mentre i produttori di formaggio invece di pagare gli attuali 20 euro per un certificato di esportazione potrebbero pagarne addirittura 100. Così – aggiunge Cherchi – si mortifica un settore che abbiamo già certificato sia in crisi e che andrebbe sostenuto”.