Il piano industriale di Sider Alloys, la partecipazione azionaria della nuova società, compreso il 5% riservato ai dipendenti, e i tempi per il riavvio dello stabilimento ex Alcoa: sono i punti all’ordine del giorno del tavolo fissato per mercoledì 3 maggio alle 11.30 al ministero dello Sviluppo economico, a Roma, dove siederanno i rappresentanti della multinazionale, Mise, Regione Sardegna, Invitalia, coordinamento del piano Sulcis e sindacati. In realtà c’è un quarto punto che lo stesso numero uno del Mise, Carlo Calenda, ha aggiunto informalmente su Twitter, rispondendo alla sollecitazione di un sindacalista: gli ammortizzatori sociali.

E’ a rilento, infatti, l’erogazione per il primo semestre del 2018, e manca la copertura per il secondo semestre che scatterà da luglio. Mercoledì la multinazionale svizzera dovrebbe comunque presentare l’atteso piano industriale. Il condizionale è d’obbligo perché il piano sarà inevitabilmente condizionato dalla modalità di riavvio scelta per lo smelter, e non è detto che le aziende incaricate di verificare gli impianti abbiano già preso una decisione in proposito. Del resto, Sider Alloys vuole essere sicura dato che l’investimento in campo è considerevole: 136 milioni di euro, di cui 86 di fondi pubblici. Quanto alla partecipazione azionaria, si va verso un 15% di quote Invitalia.

In una recente intervista a Repubblica, è stato lo stesso amministratore delegato dell’Agenzia per lo Sviluppo, Domenico Arduri, ad affermare: “gli svizzeri ci hanno sorpreso in positivo e anche per questo stiamo negoziando un intervento temporaneo nel 15% del capitale della nuova società, così come dovrebbe realizzarsi una partecipazione del 5% di un’associazione di lavoratori”. Su questo punto, resta da valutare e decidere con quale modalità procedere dopo il sostanziale via libera arrivato dai lavoratori ex Alcoa in assemblea.