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Sider Alloys ha presentato oggi nel tavolo istituzionale un documento di 22 pagine all’interno delle quali sono stati illustrati alcuni aspetti inerenti l’attuale percorso di reindustrializzazione del sito in riferimento soprattutto al cronoprogramma previsto per il revamping e successivamente il riavvio produttivo vero e proprio.

Il piano esposto non tiene conto del riavvio della cosiddetta “Fabbrica Anodi” e dunque dei reparti dei Forni di Cottura e della Mescola; oggetto questi di ulteriore valutazione da parte della proprietà, da una parte per i costi degli interventi da effettuare e dall’altra per la loro estrema importanza in termini generali per garantire allo Smelter la massima competitività possibile.

Anche i numeri delle maestranze evidenziati nel documento risentono, dunque, dell’assenza di quelli necessari per la marcia produttiva dei sopracitati reparti e, in ogni caso, sono (per quanto ci riguarda) semplicemente una stima parziale e non pienamente valutabile se non quando si giungerà finalmente alla fase vera e propria di riavvio produttivo.

(La nostra organizzazione a tal proposito, forte della conoscenza dettagliata sulla linea produttiva dello stabilimento, non nutre particolari preoccupazioni, in quanto consapevole che per produrre alluminio di qualità saranno indispensabili tutte le professionalità necessarie. A ogni modo, adesso, ogni stima esaustiva è quantomeno prematura. Aspettiamo maggiori informazioni)

In ogni caso i numeri espressi dalla proprietà, unicamente per la fase di riavvio e non di revamping (inteso come lavorazioni propedeutiche alla manutenzione e al rifacimento della fabbrica) sono di 376 unità al termine della fase di riavvio coincidente con i 24 mesi previsti. Di cui le prime 60 da reimpiegare entro dicembre di questo anno corrente. A cui si aggiungeranno ulteriori 100 entro i primi 6 mesi del 2019. E così gradualmente, durante i 24 mesi, fino ad arrivare alla quota prevista.

In questi numeri non sono ovviamente compresi quelli delle maestranze indirette che avranno il compito di effettuare i lavori di ristrutturazione, sostituzione e manutenzione degli impianti e infrastrutturazione dello stabilimento. Nel proseguo del report spiegheremo perché.

Fatte salve le doverose premesse sopra espresse, la S.A. ha spiegato di aver provveduto al coinvolgimento di 3 aziende che attualmente stanno ottemperando alla valutazione degli impianti per, successivamente, presentare le proprie offerte tra le quali verrà scelta quella considerata maggiormente appetibile in termini di garanzie, sostenibilità, risparmio e innovazione.

Le tre aziende in questione sono rispettivamente:

  • Chinalco/Chalieco/Sami
  • Ace/alluminium Consulting Engineers
  • Danieli/Fata

Tutte e tre le aziende sono da considerarsi internazionalmente qualificate e strutturate per il compito al quale si sono candidate. In particolare la Chinalco è il secondo produttore di alluminio della Cina e il terzo fornitore del metallo al mondo.

Le tre aziende hanno manifestato un differente approccio in merito ai percorsi da intraprendere per il revamping e il riavvio produttivo del sito:

1) La prima modalità è quella suggerita da ACE che si basa sull’impostazione di effettuare manutenzioni spinte sulle macchine e sostituzione solo di quelle che per vetustà/condizioni non sono riparabili. L’investimento di revamping viene dilazionato nel tempo, con impegno consistente anche a impianto in marcia.

Il vantaggio sarebbe quello di avere un periodo di revamping un po’ piu’ corto, tempi invece più lunghi per il riavvio (molto graduale).

Lo svantaggio è rappresentato dalla possibilità concreta di avere costi operativi piu’ elevati (possono esserci sorprese durante il riavvio), possibili fermate impiantistiche durante la fase del riavvio e lavori da effettuare contemporaneamente alla marcia dell’impianto.

Le performance attese sono in tutto simili a quelle pre-fermata dell’impianto, tranne nel lungo periodo di avviamento (dopo revamping) dove si attendono performance minori.

2) La seconda modalità è quella che si appresterebbe a suggerire la Chinalco/Sami. Si basa sul criterio di effettuare meno manutenzioni sulle macchine e invece sostituzioni piu’ spinte. L’investimento di revamping verrebbe concentrato principalmente prima della ripartenza.

Il vantaggio sarebbe avere costi operativi piu’ bassi, indici tecnici operativi migliori , macchine piu’ moderne e performanti. Il riavvio (dopo revamping) avverrebbe in tempi decisamente inferiori rispetto alla prima modalità. La maggior parte degli interventi avverrebbe poi prima del riavvio, con molte minori interferenze sull’operatività dell’impianto

Gli svantaggi sono costi di investimento potenzialmente superiori e tempi piu lunghi per l’ammodernamento rispetto alla prima modalità.

3) La Terza modalità è quella che si appresterebbe a suggerire la Danieli/FATA. Si colloca tra le prime due modalità descritte, con sostituzione di macchinari/attrezzature ormai obsolete e da sostituire con quelle più performanti e manutenzione spinta su quelle riparabili. La maggior parte degli interventi avverrebbe a impianto fermo

Il Vantaggio sarebbe che la maggior parte degli interventi avverrebbe prima del riavvio, con molte minori interferenze sull’operatività dell’impianto rispetto al primo caso e una maggiore modernità (efficienza) degli impianti.

Gli svantaggi sono tempi di revamping un po’ più lunghi rispetto al primo caso (riavvio invece più veloce) e maggiori incertezze sugli impianti rispetto al secondo caso.