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Il nuovo assetto societario dell’ex Alcoa di Portovesme, a valle dell’accordo con Sider Alloys, prevede la partecipazione di Invitalia al 20%, di cui il 5% destinato alla partecipazione diretta dei lavoratori attraverso il modello della governance duale sulla cui implementazione il Mise è in attesa di ricevere le osservazioni di tutte le parti sindacali. Lo riferisce il Mise al termine dell’incontro con sindacati e azienda per la presentazione del piano industriale.

La multinazionale svizzera Sider Alloys, nel piano industriale per l’ex Alcoa di Portovesme, prevede inoltre diverse opzioni di ristrutturazione dell’impianto a partire da settembre 2018 per arrivare al restart nel 2019 e alla produzione a pieno regime nel 2020. È quanto fa sapere il ministero dello Sviluppo al termine dell’incontro con i sindacati.

La soluzione individuata per l’ex Alcoa di Portovesme è “un miracolo industriale che senza il ministro Calenda sarebbe stato impossibile”. Lo ha detto Rino Barca, rappresentante della Fim Cisl della Sardegna, al termine del tavolo al Mise.

Quanto al piano industriale, Barca ha sostanzialmente confermato i numeri circolati in questi giorni, con il riassorbimento graduale di 378 dipendenti, ma si è detto preoccupato sul tema del rifinanziamento degli ammortizzatori, perché, ha spiegato, “i lavoratori ancora non hanno preso il primo semestre e per il secondo mancano le risorse. C’è l’impegno a chiedere alla presidenza del Consiglio il rifinanziamento per il secondo semestre e il 2019, ma se il decreto arrivasse a fine anno sarebbe un disastro. Abbiamo chiesto di fare presto, anche con l’aiuto dei sindacati a livello nazionale”.

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