Sono state aperte le urne elettorali in tutto l’Iraq, che fino alle 18 locali (le 17 italiane), si cimenta con le sue quarte elezioni legislative dalla caduta del regime di Saddam Hussein, 15 anni fa, le prime dopo la sconfitta dell’Isis. Un voto che si tiene fra misure di sicurezza eccezionali, per scongiurare, oltre che le violenze settarie, proprio lo spettro dell’Isis, che mantiene ancora delle cellule attive in Iraq e che si teme possa colpire, dopo l’uccisione di tre candidati nelle ultime settimane.
Il premier uscente, Haidar al Abadi, che ha condotto con successo la guerra contro lo ‘Stato islamico’, ieri ha lanciato un appello agli iracheni perché non disertino i seggi. Sono ben 88 le liste che si contendono i 329 seggi parlamentari, di cui nove riservati alle minoranze religiose non islamiche. E questa volta, oltre alle tradizionali contrapposizioni confessionali ed etniche tra sciiti e sunniti e tra arabi e curdi, si aggiungono le spaccature all’interno di questi stessi campi.
Iraq: aperti seggi primo voto post-Isis
Un voto che si tiene fra misure di sicurezza eccezionali







