La domenica porta il pienone al Lingotto, con un numero enorme di visitatori che ha convinto l’organizzazione del Salone del libro a chiudere i cancelli per un’ora. Una fatto mai successo in trentuno edizioni, che evidenzia il valore di crescita della manifestazione e la sua straordinaria capacità attrattiva per gli amanti dell’editoria. Grande assiepamento anche al Padiglione 2, dove è posizionato lo stand Sardegna, che fino a lunedì ospita le iniziative AES e le ultime proposte editoriali dell’isola.
Le straordinarie immagini del libro “Asinara”, firmato da Mario Delogu, hanno rapito il pubblico dando il via agli appuntamenti, pur immersi nel frastuono dei mille voci del Salone, che sembrano fare a “gara” tra loro a suon di decibel. Il volume fotografico, edito dalla Punctum Edizioni, è stato introdotto da Paola Soriga e illustrato da Francesca D’Aloja ed Edoardo Albinati. Sono stati mostrati gli scatti notturni di Delogu, illuminati dalla luna, nei quali la violenza, il dolore, la sofferenza e la bellezza dell’isola sembrano ricongiungersi, con un effetto tremolante e leggermente sfocato.
Molto attesa è stata la presentazione di “Gramsci nel mondo arabo” (Il Mulino), introdotta da Lucia Sorbera per “Anime arabe”, un piccolo focus che al Salone di Torino cerca di portare all’interno del dibattito culturale le voci del mondo mediorientale. Il messaggio del volume, che è stato illustrato dalle curatrici Patrizia Manduchi e Alessandra Marchi assieme a Michele Brondino, vede in Antonio Gramsci un’importante fonte d’ispirazione che ha profondamente influenzato il contesto arabo e gli intellettuali dissidenti degli anni settanta. La rilettura effettuata dopo le primavere arabe, permette di verificare che il grande pensatore di Ghilarza viene molto citato nei più diversi contesti delle rivoluzioni del 2011, e da allora ha goduto di un revival importante sia nella letteratura che nella cultura pop. Il manuale comprende due saggi introduttivi dedicati rispettivamente alla penultima e ultima generazione di studiosi arabi gramsciani.
Le tensioni irrisolte e forse irrisolvibili di un’isola che richiede pari dignità, ma che ci tiene a distinguersi, sono state al centro del seguitissimo dibattito nel più tranquillo spazio della Sala Avorio. Sorprendentemente, a sessant’anni dalla pubblicazione di “Sardegna quasi un continente”, da cui ha preso il nome l’appuntamento, l’eredità del capolavoro di Marcello Serra sembra essere stata tradita. Come hanno rimarcato gli interventi di Simonetta Castia, Annamaria Beldussi, Francesco Bachis e Salvatore Ligios, il grande merito di Serra è stato quello di mettere insieme un fenomeno culturale, sociale ed editoriale, nella prima riflessione collettiva dell’isola. Un’isola che è quasi un continente perché ricca di pluralità culturali e paesaggistiche, di costumi e usanze, e per un altro verso ambisce alle stesse aspettative offerte dal “Continente” in un momento cruciale di transizione tra il mondo arcaico e le speranze del piano di rinascita. Da allora il tempo in Sardegna sembra essersi fermato. Di quel messaggio fatto di testi e immagini quasi iconiche – hanno spiegato i conferenzieri – è stato utilizzato l’aspetto più appariscente e pubblicitario, mentre andrebbe recuperato quello più profondo per restituire un futuro carico di potenzialità.
Tra gli altri appuntamenti, Enedina Sanna ha proposto lo spettacolo di narrazione “Storie di alberi. Alberi di storie”, con l’accompagnamento musicale di Maria Vicentini. Fiorenzo Caterini ha presentato il suo “La mano destra della storia” in compagnia dell’editore Carlo Delfino e, l’autrice Maria Manca Pulino con l’editore Dario Maiore, hanno proposto Florence’s Diary. Finale con “Le traduzioni internazionali di Grazia Deledda”, una proposta Nor illustrata da Francesco Cheratzu.
A chiudere gli appuntamenti AES al Salone d Torino, nella giornata di lunedì 14, sarà la presentazione di “Nevralgie affettive” (pubblicazione Cuec) di Anna Steri, che dialogherà con Mario Baudino. Quindi un incontro con Giuseppe Chilicchia che, insieme a Marzia Cambuli (vicesindaca di Neoneli) racconterà “una Sardegna insolita”.







