L’allarme lanciato da Confindustria della Sardegna centrale sul rischio di “Salasso” per le bollette idriche della zona industriale di Macomer “è ingiustificato”. Così Abbanoa replica alle dichiarazioni di Roberto Bornioli, spiegando che “il principio, europeo e nazionale, di costruzione delle tariffe, è chiaro e condiviso e si basa su un principio chiaro: chi più consuma e più inquina, più paga”.
Abbanoa applica, infatti, “una tariffa che ha natura di corrispettivo, calcolata su costi e investimenti secondo una formula tariffaria stabilita dall’Autorità Nazionale, Arera. Inoltre il costo delle attività produttive non può essere scaricato sulla fiscalità e sul bilancio pubblico, quindi sui cittadini”. Anche se “per alcune categorie produttive, come per esempio quelle del lattiero caseario, l’autorità regionale sta esaminando l’articolazione tariffaria vigente”.
La zona industriale di Macomer è divisa in due aree distinte, Tossilo e Bonu Trau, che ospitano 164 aziende, di cui una quarantina a Tossilo e la gran parte a Bonu Trau. Di queste però appena se, secondo i dati 2017 in possesso di Abbanoa, utilizzano l’acqua a fini produttivi. Tutte le altre 158 utenze, invece, utilizzano l’acqua fondamentalmente per fini igienici (bagni e pulizia dei locali). Nel frattempo, però, il Gestore sta esaminando alcune “criticità rilevate per consumi e scarichi su attività di macellazione e caseifici. Anche una sola di queste – osserva Abbanoa – genera un bisogno di trattamento dello scarico pari ad un comune di 500 abitanti. Laddove necessario, saranno verificate le esigenze di fornitura idrica industriale”.
Il direttore generale di Abbanoa, Sandro Murtas, infine spiega che “le aziende possono segnalare le loro situazioni entro domani 18 maggio, ma il termine non è perentorio perché dal 21 maggio il personale commerciale e tecnico di Abbanoa provvederà alle regolarizzazioni e il 24 maggio si terrà un incontro con gli operatori e con i residenti per esaminare i casi eventualmente ancora dubbi”.