“Salviamo la lotta tradizionale sarda”. È l’appello di Edoardo Gigliotti, 26 anni, atleta agonista “multisportivo” che ha creato un’associazione sportiva dilettantistica con lo scopo di praticare, insegnare e promuovere lo sport. “Pratichiamo sono il Judo, la lotta libera, quella greco romana e il Sambo, oltre che naturalmente la Strumpa”.

“Il suo nome proviene dal sardo “Istrumpare” – spiega Gigliotti – che significa atterrare l’avversario. Indubbiamente costituisce un pezzo di cultura dell’isola, tramandata di generazione in generazione. La pratica è antichissima, ed è attestata dai racconti degli anziani, depositari di una cultura tramandata per via orale. S’istrumpa veniva praticata in Sardegna durante tutte le occasioni di incontri popolari, come le feste campestri, le cerimonie religiose, le fiere del bestiame, i riti collettivi agricoli e pastorali come la mietitura, la trebbiatura e la tosatura delle pecore”.

Qualche studioso l’ha definita un esempio di “archeologia vivente” poiché ancora oggi si pratica questa lotta ancestrale testimoniata da reperti nuragici – la civiltà nuragica va dal 1800 a.C al 200 a.C – trovati grazie agli scavi archeologici effettuati in diverse parti dell’Isola, ad esempio il famoso Bronzo dei Lottatori di Uta. La lotta “de S’Istrumpa” si avvicina molto alla lotta libera e alla lotta greco-romana, è sicuramente una tra le più antiche del mondo, con la classica tecnica di presa braccio-tronco.

“Essa è riconosciuta, come disciplina sportiva, dal CONI e dalla FIJLKAM” scrive ancora Gigliotti. “A livello internazionale i lottatori di istrumpa competono con atleti di diverse nazioni dopo l’adesione alla Federazione Internazionale Lotte Celtiche (FILC) Ciò nonostante questa disciplina rischia di scomparire e con lei parte della più autentica tradizione sarda. Crediamo pertanto sia doveroso mettere in atto iniziative di promozione, pubblicità e valorizzazione anche attraverso la richiesta, in sede istituzionale, del rilancio di questa disciplina come sport nazionale sardo, sostenendola con riconoscimenti e finanziamenti che le permettano di riacquistare un ruolo di interesse nella cultura, sia sarda che nazionale”.

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