Due strade per il dopo Cucca, previste entrambe dal regolamento del Pd.

Da una parte la possibilità di lavorare nei trenta giorni che devono trascorrere sino alla prossima assemblea con lo scopo di trovare una persona terza e autorevole, libera da condizionamenti di corrente: si tratta della soluzione indicata dall’ex segretario regionale nel suo intervento in cui ha presentato le dimissioni. Dall’altra, se non si riesce a raggiungere un accordo, si profila l’apertura della fase congressuale. Ipotesi, questa, prediletta dai soriani. “Non credo sia il momento di cercare terze persone, non servono notai, serve invece che la discussione si faccia più alta per capire le esigenze della Sardegna”, dice all’ANSA l’europarlamentare del Pd, Renato Soru, dopo la chiusura dei lavori.

Dolores Lai, che già aveva manifestato la sua volontà di candidarsi alla segreteria subito dopo il 4 marzo, rilancia: “Ho accolto con un sospiro di sollievo le dimissioni del segretario, son trascorsi quasi quattro mesi in cui il partito non è riuscito neanche a concludere l’analisi del voto – spiega – quindi ho accolto con favore l’invito di Cucca ai giovani a farsi avanti con coraggio e fermezza”. Ma, aggiunge, “io colgo l’invito anche nel senso che non dobbiamo avere paura del congresso, l’unica strada per ricostruire il partito e consentire un ricambio generazionale, e nella quale ripropongo la mia candidatura”. Se i soriani sono per il congresso, i popolari riformisti lo eviterebbero, come i renziani: “Sono convinto che non abbiamo tempo per celebrarlo, ci porterebbe via tre mesi che non abbiamo”, commenta l’ex parlamentare Silvio Lai.