“Il Senatore Siri, prima di lanciare attacchi a sproposito, avrebbe dovuto procedere con la lettura dell’art. 8 dello Statuto della Regione Autonoma della Sardegna. Se ne avesse avuto almeno un minimo di conoscenza, avrebbe compreso quale incidenza negativa avrebbe una eventuale flat tax per il bilancio regionale, con tagli compresi tra i 650 e i 700 milioni di euro”.
Così Franco Sabatini, presidente della Commissione Bilancio, e Francesco Agus, presidente della Commissione Autonomia del Consiglio regionale sardo replicano al sottosegretario del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasposti, Armando Siri (Lega). “Non sorprende l’atteggiamento del senatore Siri, giacché il suo partito difende gli interessi delle ricche regioni del Nord Italia e non mostra alcuna attenzione verso i Sardi e i nostri diritti – attaccano i due consiglieri – Non abbiamo alcun pregiudizio ideologico, come erroneamente ha pensato Siri: viviamo in uno Stato dove ancora vige la libertà di parola e non accettiamo censure. Abbiamo esposto le nostre preoccupazioni alla luce di un’analisi condotta sulle ripercussioni che l’applicazione di una eventuale flat tax avrebbe sulle casse della Regione Sardegna. Ci siamo basati sulle poche informazioni che su quel provvedimento il patto di Governo Lega-M5S ha divulgato, specificando di essere a favore della riduzione delle tasse (e chi non lo sarebbe?) e che ci saremo riservati di rivedere le nostre posizioni alla luce dei maggiori dettagli che speriamo perverranno nei prossimi mesi. Che siamo a favore della riduzione delle tasse, lo dimostra il fatto che la Sardegna ha le aliquote addizionali dell’IRPEF e dell’IRAP più basse d’Italia”.
Sabatini e Agus sottolineano di “non inventare dati a scopo strumentale o propagandistico: forse sarebbe opportuno adottare, tra istituzioni, un atteggiamento improntato al maggior dialogo e confronto, più che verso la censura. Noi siamo pronti al confronto: se, a suo dire, abbiamo frainteso, il Senatore venga qui in Sardegna e si confronti pubblicamente sui vantaggi che avrebbe per la nostra Isola un provvedimento fiscale da noi considerato iniquo poiché andrebbe a maggior vantaggio di coloro che hanno un reddito elevato”.