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Oltre 90 componenti dell’assemblea regionale del Pd sardo – la componente di maggioranza che comprende i popolari-riformisti, gli ex Ds e i renziani – hanno scritto al segretario Maurizio Martina perchè non si proceda al commissariamento del partito e si invii un garante nazionale per eleggere il nuovo segretario già venerdì prossimo, 13 luglio.

Sono gli stessi delegati che ieri hanno ‘riaperto’ l’infuocata assemblea ad Abbasanta (Oristano) – si è sfiorata la rissa tra Renato Soru e alcuni delegati di altre correnti – sfiduciando la presidente Laura Pulga (soriana) dopo lo scioglimento della riunione per mancanza del numero legale. Una decisione contestata dalla maggioranza dei delegati, che hanno poi deciso di aprire il seggio per la scelta del nuovo leader convocando l’assemblea per il 13 e fissando il termine per le candidature alle ore 20 di giovedì 12.

Nella lettera a Martina si osserva che “la presidente ha deciso di chiudere l’assemblea alle ore 17,25 nonostante la presenza di 79 componenti che costituiscono il numero legale”, peraltro al termine del voto al seggio e non previamente, spiegano. La scelta della Pulga viene definita “repentina e preordinata”, “in contrasto con l’articolo 8 del regolamento” e “senza consultare l’ufficio di presidenza”.

Ora i 90 delegati chiedono per venerdì 13 la presenza in Sardegna, alla nuova assemblea, di un garante nazionale che certifichi la regolarità del voto e metta il ‘sigillo’ al nuovo segretario che dovrà prendere il posto del senatore Giuseppe Luigi Cucca, dimissionario. Contro questa soluzione si schiera tutta la componente di Renato Soru: l’eurodeputato spinge infatti per il congresso, e questo aprirebbe la strada al commissariamento del partito che la maggioranza vuole evitare a tutti i costi.