“Prendersela con le minoranze è uno degli sport preferiti di alcuni italiani. Ma evidentemente la competizione tra chi si diverte a offendere le persone lesbiche, gay, bisessuali e transessuali si è fatta talmente accesa che per vincere la gara c’è chi è costretto a distorcere completamente la realtà, a inventare vere proprie bugie, a volte anche mal scritte”.

Arc onlus, l’associazione che lo scorso 7 luglio ha portato a Cagliari il Sardegna Pride insieme a Mos, Famiglie Arcobaleno, Agedo, Unica Lgbt, Sardegna Queer, Gaynet e Cgil Ufficio nuovi diritti, commenta così la notizia dell’esposto presentato ieri in 12 procure italiane da Filippo Fiani dell’associazione Difesa dei Valori, sostenuta dal deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli e dal senatore della Lega Simone Pillon, contro le pubbliche amministrazioni che in Italia hanno concesso il patrocinio al corteo del Pride.

L’esposto, i cui dettagli sono stati resi noti dall’avvocato Francesco Vannicelli, contesta il danno erariale alle Regioni Lazio, Campania, Piemonte, Toscana e Umbria e ai Comuni di Roma, Firenze, Napoli, Catania, Torino, Milano, Trento, Bolzano e appunto Cagliari. Secondo  il parlamentare di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli si tratterebbe di “manifestazioni che promuovono la poligamia e la pratica barbara dell’utero in affitto; è surreale e indecoroso associare il nome di istituzioni a pratiche raccapriccianti vietate dalla Costituzione italiana”.

“Il Sardegna Pride, il corteo politico più grande dell’Isola svoltosi a Cagliari lo scorso 7 luglio” – prosegue la nota di Arc – “ha registrato un numero di presenze che ha superato le aspettative”. “Forse è per l’invidia del successo che tal dei tali (Filippo Fiani, chi è? È dell’associazione della difesa dei valori) ha presentato un esposto pieno zeppo di errori”.

“Il comune di Cagliari non ha impegnato denaro pubblico concedendo il proprio patrocinio al Sardegna Pride, infatti si tratta di patrocinio gratuito. Al Sardegna Pride piace essere indipendente, anche se non ci sarebbe niente di male nel sostenere un evento dalla grande ricaduta culturale sulla città”.

“L’associazione Arc, insieme con tutte le associazioni che hanno fatto parte del calendario di Queeresima e dell’impianto politico del Sardegna Pride, ha sempre creduto nella pluralità di punti di vista. Ma così come Arc non interviene nelle questioni personali e nelle scelte politiche del signor Fiani, così sarebbe più onesto essere interpellati quando si parla dei temi che la riguardano, o quantomeno che si riportassero i fatti così come sono. Appare del tutto evidente che si continua ad infangare la battaglia del movimento Lgbt+ e Queer italiano, citando a sproposito la costituzione, strumentalizzando le battaglie per i diritti, solo allo scopo di ottenere visibilità e qualche punto in più nei sondaggi della becera campagna elettorale permanente”, conclude la nota.