Il gruppo degli artisti finlandesi, gli Streaming man, si è specializzato nel dissacrare gli inni nazionali, li grida a squarciagola facendone emergere l’assurdità patriottica e nazionalistica.
I linguaggi dell’arte, anche attraverso la loro esagerazione retorica, sanno guardare oltre la loro stessa retorica.
L’arte contemporanea oggi è tutta mediale e massmediale, interattiva e comunque non convenzionale, questo processo si muove almeno a partire dall’inizio del novecento.

Due esempi d’interattività a distanza di un secolo l’uno dall’altro?
Chaim Soutine, quando viveva a Smilovitchi, in Bielorussia, attratto dal disegno, esegui un ritratto di un rabbino, lo mostro orgoglioso a tutta la comunità; a un certo punto il figlio del rabbino gli chiese di passarlo a trovare nel retrobottega della sua macelleria e lo pesto a sangue.
Soutine, nacque povero, di famiglia ebrea, nonostante tutto, studio nell’Accademia di Vilnius per poi emigrare a Parigi, contestare le Accademie con il suo lavoro, e scrivere la Storia dell’Arte.

Jorit Agoch è un artista Napoletano, passato anche lui per un’Accademia di Belle Arti, quella di Napoli, arrestato per avere ritratto la palestinese Ahed Tamimi sul muro che divide Betlemme da Gerusalemme; Ahed è quell’adolescente palestinese che schiaffeggio due soldati israeliani davanti la sua abitazione; Jorit ha fatto un’operazione simbolica molto più forte politicamente di un Banksy qualunque, e come per Soutine, i rabbini non amano i linguaggi dell’arte che si muovono in libertà.
In tutto il secolo scorso, trasgredire la forma corrisponde a provocare il pubblico, Jorit ha provocato Tel Aviv con una immagine elevata a simbolo, muovendo l’interazione tradotta nel suo ordine d’arresto; è la forza del linguaggio dell’arte, è la forza di Artisti con formazione Accademica che sanno smuovere e attaccare eserciti con il loro linguaggio; l’Accademia che forma all’uso a responsabilità diretta del simbolo da parte dell’artista, non è un dogma, non è un campo di certezze indiscutibili, è un insieme di letture divergenti e contraddittorie, è un osservatorio, una prospettiva dell’arte se vogliamo convenzionale, che muove e dinamizza, passato, presente e futuro.

Mimmo Domenico Di Caterino