Oristano e la giunta già esplosa.

A sentire le notizie di oggi c’è da mettersi le mani in testa. Ma noi (M5S) lo sapevamo già, e non tanto per le voci di corridoio del palazzo degli Scolopi che si rincorrono da settimane. Lo sapevamo già da più da un anno, e cioè da quando eravamo in corsa per le amministrative. Le coalizioni funzionano così: alla fine devi rendere conto a loro e ai padrini. Mica ai cittadini.

Per cui se un assessore si attiene agli obbiettivi, per quanto discutibili dall’opposizione, salta in aria non appena il primo padrino di riferimento alzerà la voce. Non appena si spostano gli equilibri politici e si avvicinano nuove elezioni (in questo caso le regionali), compare immediatamente il salto della poltrona e la giostra della mangiatoia.
È un fenomeno talmente tanto imbarazzante e palese che non può non essere che definito col suo nome: sistema familistico clientelare.

È corruzione, è un terreno scivoloso e fertile per il proliferare di dinamiche di tipo mafioso.
Nulla a che vedere con gli interessi dei cittadini e della cosa pubblica. È la politica del numero degli amici degli amici (e dei parenti). Noi non abbiamo coalizioni. Non abbiamo consiglieri che mollano un mandato in carica per salire sulla giostra del prossimo circo. Non abbiamo liste civetta a cui dover rispondere ed essere costretti a cambiare amministratori per rispondere ad un padrone. Abbiamo altri difetti, ma non questa patetica ossessione.

Nel mentre che loro fanno i conti con i richiami dall’alto dei soliti noti, i Cherchi, i Dedoni, gli Onida, gli Oppi, i Solinas, i cittadini perdono. Perché l’attenzione è focalizzata sulla loro spartizione di potere. (Che dura da infinite legislature). E la città muore, gli esercizi commerciali chiudono, le bellezze vengono trascurate, i nostri giovani vanno via, intorno solo deserto e transenne.  Noi lo dicevamo che l’alternativa e il cambiamento sono una rivoluzione, a partire dal presentarsi con un’unica lista e senza ramificazioni clientelari e familistiche. Lo dicevamo e continuiamo a dirvelo. Oristano e tutta la Sardegna non hanno futuro, se non si cambia radicalmente prospettiva culturale ed etica.

Ma Oristano, oggi come non mai, ha bisogno di gente che si stringa attorno a questo piccolo ed essenziale concetto: la politica non è territorio di pochi e astrusi privilegiati. La politica sono le scelte che noi facciamo ogni giorno, per noi stessi e per la nostra comunità. In prospettiva futura.

Per il momento siamo fermi al passato e siamo in mano di chi non ha mai pensato al futuro di Oristano, di chi ha abbandonato la nostra Marina, di chi ha venduto la nostra acqua ad Abbanoa, di chi ha ridotto le risorse del nostro ospedale, di chi vuole ferire la nostra città in due con una strada pericolosa. Di chi non conosce le periferie, di chi vuole ignorare le emergenze nelle nostre scuole, l’abuso di alcol dei nostri giovani, ma anche di chi vuole ignorare le iniziative dei singoli legate al nostro mare, alla nostra terra e al nostro sviluppo.

Ma febbraio non è lontano.
E il Movimento 5 stelle c’è.

Patrizia Cadau – Consigliere comunale Oristano