Il piano B per un’eventuale uscita dall’euro? “Esiste sempre un piano B, nelle banche come nelle famiglie. Come esiste un piano A. Ma se le cose dovessero andare male non bisogna essere impreparati”.

A spiegare ancora una volta quelle frasi del suo libro che hanno rischiato di far saltare sul nascere il Governo giallo-verde è stato lo stesso ministro degli Affari Europei, Paolo Savona, incalzato da Bruno Vespa a Porto Cervo in un incontro organizzato da Confindustria nella tarda serata di ieri e raccontato dai quotidiani sardi. “Il Financial Times aveva detto che anche la Germania ne aveva uno – ha aggiunto, come riporta La Nuova Sardegna – Una cosa è averlo e un’altra è utilizzarlo per voler uscire”. “Nel 1992, quando l’accordo di Maastricht è stato negoziato, noi italiani abbiamo avuto un approccio troppo superficiale – ha spiegato, come riporta L’Unione Sarda – Lo Stato e le leggi sono stati sostituiti con due parametri da rispettare, i rapporti tra debito e Pil e tra deficit e Pil. Ammisi che sarebbe stato difficile per il Paese”. E tra gli errori commessi dall’Ue quello di “creare una moneta unica e un mercato comune, ma non la stessa politica fiscale per gli Stati membri. Però l’Europa ci riserva molte opportunità, dobbiamo crederci”.