Nei giorni scorsi ho scritto una riflessione sul crollo del ponte Morandi e sul ridicolo tentativo da parte di vari esponenti del PD di scaricare le responsabilità su terzi e non sulla sciagurata politica di messa a sacco dei beni pubblici strategici e in particolare sulla vergognosa difesa dei Benetton i quali, come è noto, gestiscono gran parte del sistema autostradale italiano (tra cui il tratto crollato a Genova) ricavando profitto vertiginosi.
Ho citato a titolo di esempio uno scambio col sindaco di Sassari Nicola Sanna perché mi è sembrato esemplificasse bene la mala-piega, intellettuale e morale, che una sedicente sinistra ormai alla deriva sta prendendo pur di scaricare sugli avversari le proprie responsabilità politiche e storiche.

Il sindaco deve essersi sentito punto nel cuore e ha scritto una lunga replica a CagliariPad che aveva ospitato la mia riflessione.

Ci sono tante cose divertenti nella sua risposta a partire dal fatto che mi accusa di essere insieme un anarchico e un filo cinese, ma ciò non interessa a nessuno se non per l’ilarità che tali paradossi politici (o pseudo tali) possono suscitare.

Ci sono però dei punti che meritano interesse per capire il livello di degrado, anche umano oltreché politico, raggiunti dalla (fu)sinistra italiana, rappresentata degnamente in questo frangente dal sindaco di Sassari.

1. Nella sua risposta Sanna difende a spada tratta l’iniziativa capitalistica privata perché – sostiene – essa è sancita dalla costituzione italiana.
Come si sa quella costituzione è il frutto di un compromesso fra diverse posizioni politiche. I comunisti la vedevano come un passo in avanti rispetto al regime liberale-monarchico e poi quello fascista-monarchico, ma non come una bibbia. Oggi invece i presunti eredi di quella storia la idolatrano come un testo sacro, esaltando in particolare proprio i passaggi più reazionari, dall’indivisibilitá metafisica dell’Italia alla sacralità della proprietà privata dei mezzi di produzione. Quindi, siccome l’iniziativa privata è sancita dalla costituzione italiana, allora via alla privatizzazione selvaggia che è quello che ha fatto il suo partito negli ultimi decenni aprendo la pista alla destra o continuandone il lavoro. Bella mossa signor sindaco, la mattina citazioni di Gramsci a profusione e la sera a drenare le responsabilità dello smantellamento dei servizi fondamentali su piccoli comitati di quartiere, comici, populisti e via discorrendo!

2. Non so perché Sanna abbia tirato fuori la Cina dandomi dell’anarco-filocinese (Lol). Ma se di Cina vogliamo parlare a me sta benissimo. Non ho accolto io in pompa magna il presidente cinese parlando di “nuova via della seta”, bensì il collega di partito di Sanna e presidente della Regione Francesco Pigliaru. E non si tratta solo di visite di cortesia visto che Pigliaru ha già incontrato la WCCO (fondazione cinese) che ha presentato un progetto già belle e pronto, lo Urban Planning Project con i suoi alberghi, il casinò, il teatro, il parco a Capo Ceraso e il porto turistico al molo Brin a Olbia. Insomma, signor sindaco, chi è il filo-cinese, io o il suo collega di partito Francesco Pigliaru? Inoltre i cinesi sperimentano armi e componentistica di varia natura nei poligoni militari imposti dall’Italia alla Sardegna e non mi sembra di aver mai visto Sanna alle manifestazioni contro l’occupazione militare della Sardegna da parte di quello stato in cui Sanna si riconosce e si sente tutelato e pienamente rappresentato. Quindi le rigiro la domanda signor sindaco: perché non si affianca a noi indipendentisti che fra le altre cose contestiamo a Pigliaru la svenduta, la messa in affitto, la continua alienazione della nostra terra, cinesi compresi?

3. È molto toccante la sensibilità dimostrata dal sindaco verso i diritti del popolo Mapuche. Ed è assai rilevante il passaggio sul diritto all’autodeterminazione e sui riconoscimenti presenti nella costituzione argentina.
Ho una domanda per lei signor sindaco. Sarebbe pronto a dire lo stesso per il popolo sardo? Il popolo sardo, persistente alla formazione dello stato italiano esattamente come i Mapuche allo stato argentino, gode dello stesso diritto all’autodeterminazione? Nella costituzione italiana e nello statuto non solo non c’è traccia di questo diritto ma non c’è traccia nemmeno di un riconoscimento del popolo sardo all’esistenza che è il primo dei diritti fondamentali dei popoli così come delle persone. Anche in questo caso caro sindaco si è messo in un bel vicolo cieco sfoggiando un riconoscimento del diritto all’autodeterminazione non solo formale e parolaio (perché poi i Benetton continua a non contrastarli) ma pure a targhe alterne (i Mapuche si e i Sardi no!).

4. La fine dell’articolo di Sanna è da incorniciare e leggere nei momenti di tristezza perché un sorriso lo strapperà sempre: “tutti i sinceri democratici dovrebbero mobilitarsi per l’affermazione dei nostri principi costituzionali in Italia e all’estero e specie in Cina e non solo in Patagonia”.

È veramente esilarante questa ideologia che fa dell’Italia e della sua carta costituzionale l’ombelico del mondo. Ma si, andiamo nel mondo a batterci perché l’iniziativa privata sia sacralizzata e per insegnare a tutti che gli stati sono indivisibili! Nella costituzione italiana ci sono anche alcuni validi principi in cui riconoscersi ma non sono farina del sacco del genio italico come il Sanna vorrebbe. Molto è preso dalla “dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino”. Altro dalla costituzione sovietica, sebbene in versione monca e censurata. Altro dai liberali e dai democristiani che ala fine l’hanno fatta da padroni inglobando alla lunga tutte le opposizioni assorbendole ed egemonizzandole come le osservazioni politologiche di Sanna dimostrano ampiamente.

Ma lasciamo Sanna a consumarsi in questo ultimo scorcio del suo primo e ultimo mandato da sindaco e a coltivare le sue crociate per far valere nel mondo il primato della costituzione più bella del mondo e godiamoci questa fine estate prima della ripresa dell’anno politico che ci vedrà impegnati nella lotta per debellare dalla Sardegna il morbo della colonizzazione di cui Sanna è al contempo vittima e vettore.

L’opinione di Cristiano Sabino

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