“Pensiamo al Cagliari e buttiamoci sul campionato. Sarà tosta, ma bisogna reagire per trasformare la delusione in rabbia positiva nell’obiettivo che ci resta”. Il Gian Piero Gasperini-pensiero alla vigilia del turno fra le mura amiche è una sintesi del momento dell’Atalanta e delle sue prospettive: “Siamo usciti dall’Europa League ai rigori, senza perdere: il Copenaghen s’è difeso strenuamente e non gli abbiamo fatto gol. Se non siamo passati ai gironi è perché non siamo stati abbastanza bravi”.

Testa all’avversario del momento e al contempo alla corsa alle posizioni di vertice: “Il Cagliari è una buona squadra che s’è rafforzata, non dobbiamo affrontarla da presuntuosi – puntualizza l’allenatore nerazzurro -. Ci vogliono determinazione e concentrazione, oltre alla qualità. Nella scorsa stagione questa squadra ci ha portato via sei punti”. Gasperini suggerisce la formazione: “In difesa ci saranno Mancini, Djimsiti e Masiello. Rigoni? A Roma è stato devastante. Visto come attacca la porta tirando con entrambi i piedi, di sicuro non lo metto dietro”.

C’è aria di tridente con Barrow in mezzo e Gomez a sinistra, anche se il tecnico motiva le scelte sul piano della condizione: “Toloi (rotto femorale destro, ndr) e Palomino (3 punti di sutura sul dorso del piede destro, ndr) non ci sono, centoventi minuti in Danimarca hanno lasciato il segno. Ilicic ha ancora due-tre settimane. Castagne ha dei punti di sutura in testa (4, arcata sopraccigliare destra, ndr) ma in qualche modo lo portiamo”. In porta ancora Gollini, sulle corsie Hateboer a destra e ballottaggio Gosens-Ali Adnan. Non mancano i dubbi: Valzania e Pessina potrebbero dare fiato a de Roon e Freuler: “Pasalic ha speso tanto anche all’Olimpico, ma c’è chi ha giocato più di lui – prosegue Gasperini -. Zapata venerdì non s’è allenato: i nuovi sono sempre un’incognita, non sai se e quanto recupereranno in caso di incontri ravvicinati”.

E il Papu, leader e capitano atalantino col tiro dal dischetto contro la traversa alta sulla coscienza? “Fa sempre ottime gare e ogni tanto sbaglia i rigori. L’attaccamento alla maglia fantastico a volte lo porta a strafare per eccesso di generosità. Ma è straordinario”. C’è un attaccante in meno, ma l’avversione del Gasp per le rose lunghe è arcinota e lui se la cava con una battuta: “Ho visto i sorteggi e ho detto a Cornelius, che col Bordeaux è capitato nel girone con il Copenaghen, di buttarglielo dentro stavolta il rigore – ride il tecnico dei bergamaschi -. Sul solo fronte interno non posso più alternare così tanti uomini. Per raggiungere continuità in campionato servono una formazione-tipo e un’identità forte”.

Un accenno anche alla sosta, anche perché alle viste c’è il secondo rinnovo del contratto, dopo quello alla fine della prima annata (maggio 2017), stavolta con la formula dell’anno e non di due con l’opzione per un secondo (si andrebbe al 2021-2022): “Rimarremo poco più d’una decina a lavorare, al netto delle convocazioni nelle nazionali – chiude il tecnico -. Sul rinnovo del rapporto stiamo parlando da giugno, da lunedì in avanti ci sarà tempo per formalizzare. Dopo essere usciti dall’Europa League magari potevo pensare che avrebbero cambiato idea”. E ci scappa un altro mezzo sorriso.