“Settembre è arrivato. Le cartolerie, i negozi e i centri commerciali pullulano di persone che vanno alla ricerca di quaderni, penne, grembiulini, zaini con sopra raffigurato il protagonista del cartone animato del momento. Nei parchi bambini e adulti non parlano d’altro: il primo giorno di scuola è alle porte. E ora, come dirò a mio figlio che lui non potrà andarci? Come potrò spiegargli che purtroppo a lui verrà negata questa bellissima e fondamentale esperienza? Che il suo grembiulino rimarrà piegato nell’armadio e non giocherà con i suoi amichetti? Come potrò permettere che non riceva un’istruzione adeguata?”. Queste sono le domande che si sono posti i genitori di Luca, Francesco, Andrea, Ginevra, Eleonora e tutti quei bambini che non potranno frequentare gli istituti scolastici perché sono rimasti incastrati nei macchinosi ingranaggi di un sistema che ha deciso di mettere al primo posto gli interessi delle case farmaceutiche, piuttosto che i loro. Questo è il grido di aiuto di mamme e papà di tutta la Sardegna e non solo, a cui MoDiLiS ha voluto dar voce.

“MoDiLiS (Movimento Diritti e Libertà Sardegna) è l’unione di genitori che, come me – ci spiega uno dei fondatori – dopo l’entrata in vigore del decreto Lorenzin, hanno visto da un giorno all’altro messa a rischio l’istruzione del proprio bambino. MoDiLiS è l’esigenza comune di avere delle risposte certe sul futuro dei propri figli”. Il movimento, che non si occupa solo della questione dei vaccini e, soprattutto, “non vuole entrare nel merito della questione scientifica vaccini sì, vaccini no”, si propone semplicemente di aiutare tutte queste persone attraverso l’informazione, il supporto e la ricerca di un dialogo con le istituzioni che possa scrivere la parola ‘fine’ all’odissea sulle vaccinazioni.

I problemi? “Tanti – ci racconta – e purtroppo ci sono molte, troppe insicurezze e dubbi circa una normativa che, forse, è stata scritta un po’ frettolosamente e tutti noi, madri e padri, abbiamo urgentemente bisogno di avere delle risposte”. Sì, risposte, perchè ad oggi la situazione è confusa sotto diversi punti di vista. “Noi, attraverso il movimento, durante la scorsa campagna elettorale contattammo un politico, facente capo all’attuale coalizione di Governo e membro della Commissione Sanità, al quale facemmo un’unica, ma importante richiesta, quella di far sì che tutti i bambini potessero entrare a negli istituti scolastici a settembre e lui ci assicurò che nessuno sarebbe stato escluso. Quando, dopo la presentazione del decreto ‘Milleproroghe’, venimmo a sapere, oltre delle promesse fatte durante la propaganda elettorale non rispettate, anche di un emendamento che avrebbe cancellato la proroga per la dichiarazione sostitutiva prevista per marzo 2019, rimanemmo spiazzati e ricontattammo, per avere dei chiarimenti, la nostra conoscenza, che, però, da quel momento, decise di non risponderci più, rimanendo però attivo, sull’argomento, nelle varie piattaforme social. Da un partito che si proclamava ‘vicino ai cittadini’ e su questo ha basato la propria politica, ecco, non ce lo saremmo proprio aspettati. Fortunatamente l’emendamento è stato successivamente reintrodotto”.

I problemi però non finiscono qua, perchè dal movimento spiegano che “ogni singola situazione è un caso a sé stante e deve essere trattata come tale, ma dopo aver avuto a che fare con molte famiglie bloccate in questo loop legislativo, sono emersi dei veri e propri bug del sistema, come il caso di alcuni bambini che avevano avuto per esempio la rosolia o la parotite in precedenza, quindi godevano di un’immunità per così dire ‘naturale’, non gli era stata fatta a suo tempo la profilassi vaccinale perchè risultava ancora facoltativa, ma ai quali avrebbero comunque dovuto somministrare il vaccino trivalente, quindi anche per le malattie già contratte, perchè le case farmaceutiche non producono più i vaccini monovalenti, perciò ci chiediamo, sono più importanti gli interessi delle aziende farmaceutiche o la salute dei nostri figli?”.

Esistono anche dei danni collaterali provocati da una legge emanata con la velocità di un decreto d’urgenza, possibili conseguenze che quella fretta ha, per cause di forza maggiore, portato a ignorare, ma che hanno e stanno creando problemi relazionali a degli individui in fase di crescita e quindi, per definizione, da tutelare perchè ‘psicologicamente delicati’. “Le comunicazioni riguardanti la situazione vaccinale di ogni bambino sono riservate, si tratta di dati sensibili che non dovrebbero mai essere resi pubblici, invece così non è stato, perchè quando la legge 119 venne promulgata, il personale scolastico si era trovato totalmente impreparato a gestire una situazione del genere. Segretarie, maestre e personale vario venne messo, per necessità, a smaltire le pratiche, ritirare e aprire i documenti e in diversi casi dati riservati passarono di bocca in bocca, di genitore in genitore e di bambino in bambino, dando luogo anche a situazioni di esclusione e imbarazzo nei confronti di chi, senza colpa, non era stato vaccinato e che quindi veniva tacciato di essere un untore o un malato. Purtoppo la paura genera odio e personaggi come il Dottor Burioni, vuoi per la posizione che ricoprono, vuoi per il seguito che hanno, non fanno che fomentare questi comportamenti”.

Si rimane amareggiati nel constatare che ancora una volta le forze politiche, quando salgono al potere, si scordino delle idee che proclamavano prima delle elezioni. Ma del resto, l’infrangere le promesse sembrerebbe ormai una prassi delle moderne classi di governo e lo abbiamo visto più volte negli ultimi anni su vari frangenti del dibattito politico. Sul tema salute ed educazione scolastica però il discorso si fa ancora più delicato perché di mezzo c’è la salute dei minori e il diritto all’istruzione.
Ci chiediamo il perché di un simile dietrofront dei Cinque Stelle e della Lega. Quali sono le ragioni di una simile decisione? Forse qualche spinta che viene dall’esterno, da lobby che detengono il potere sulle politiche sanitarie degli stati? A pensar male si fa peccato, ma a volte si indovina. Staremo a vedere.