Nella giornata di ieri, mercoledì 12 settembre, si è tenuto a Nuoro il tavolo prefettizio sulle critiche condizioni del Presidio Ospedaliero San Giuseppe di Isili, al quale hanno preso parte l’Assessore Arru, il Direttore Generale Moirano, il Direttore di Area Minerba e il Sindaco di Isili Luca Pilia.
Il Comitato ritiene che “un ulteriore, importante tassello di questa vertenza sia stato posto, in quanto istituzioni qualificate si sono mosse perlomeno nella direzione di mantenere i riflettori puntati sulle drammatiche condizioni della nostra sanità territoriale e alta la pressione sulla Giunta e sull’Azienda”.

Al termine dell’incontro, nel quale sono emerse le carenze di alcune essenziali prestazioni, il Prefetto si è impegnato a monitorare l’osservanza degli impegni assunti dai vertici della Sanità Regionale e il Comitato ha chiesto attraverso i suoi rappresentanti atti concreti, immediati e risolutivi.
Il Comitato ringrazia gli onorevoli Lapia e Vallascas per la scrupolosa disponibilità e il Sindaco di Isili Luca Pilia per la preziosa attenzione, ma, afferma, “ci teniamo tuttavia a evidenziare quanto sia stata grande la fiducia e l’onestà intellettuale con la quale abbiamo messo a disposizione il prodotto di due anni e mezzo di vertenza: anni di lotta e di speranza; di amarezza e di tenacia. Chiediamo ai nostri interlocutori di non scordare mai, neanche per un attimo, i corpi e le menti che hanno reso possibile arrivare fin qui”.

“Il nostro principale alleato – continua – in questa lunga battaglia, è stata unicamente la nostra caparbietà, la nostra sete di giustizia e la nostra capacità di indignazione. Per questo assistiamo con disgusto alle dichiarazioni, dentro e fuori dai social, di illustri esponenti politici, i quali avrebbero forse potuto ben prima di altri promuovere, eseguire e porre a frutto ispezioni negli Ospedali sardi in agonia. Li ritroviamo sul tema, agitatissimi, soltanto oggi. Smossi non tanto dalla sofferenza dei concittadini, quanto dal timore dell’altrui protagonismo politico. Ma soprattutto ci disgusta e ci offende vedere la moribonda Sanità Pubblica Sarda usata come patata bollente di questa campagna elettorale all’esordio, la quale vede numerosi e qualificati esponenti nazionali e regionali cominciare a prendere le distanze dalle riforme che pure votarono con grande cinismo, mentre la Giunta Regionale Sarda e la maggioranza in Consiglio, dopo aver lasciato morire di asfissia gli ospedali e i territori, iniziano a guardarsi attorno, nel tentativo di individuare un capro espiatorio al quale attribuire la mancata applicazione delle deroghe relative alle aree disagiate”.

“Riteniamo che a questo punto sia fondamentale un intervento chiarificatore del Governo di Roma, il quale non ha ancora risposto alla lettera inviata dalla Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica il 14 luglio, nella quale la portavoce, a nome di tutti i comitati confederati, chiedeva un’assunzione di responsabilità da parte della classe politica, sia a Roma che a Cagliari – e conclude – chiediamo al Ministro della Salute di assumersi l’impegno della consequenzialità e della coerenza programmatica: intervenga celermente con atti concreti per invertire la tendenza normativa verso lo smantellamento della sanità pubblica voluto dall’ex Ministra Lorenzin e inauguri, attraverso un percorso partecipato, una nuova stagione di socializzazione e pubblicizzazione di tutto il sistema sanitario”.

San Giuseppe a Isili, servizi scadenti e strutture in perenne ‘lavori in corso’. Pilia a colloquio con Prefetto e Assessore