L’unico provvedimento preso nei confronti del presunto foreign fighter italiano, Pierluigi Caria, residente a Nuoro in Sardegna, nell’ambito di un’indagine dell’Antiterrorismo della Polizia e della Digos di Nuoro sulle attività di combattimento all’estero, è relativo al divieto di espatrio.
Non vi sarebbe nessuna fattispecie di cellula eversiva e viene solo ipotizzato ma non ancora contestato, il reato di partecipazione ad organizzazione terroristica. Secondo le indagini Caria, 33 anni cresciuto in ambienti indipendentisti dove è conosciuto con il nomignolo di “Luiseddu” (Luigino in lingua sarda), ha combattuto con le milizie curde e sarebbe stato in procinto di ripartire per il “fronte”: Iraq e da qui in Siria.
L’uomo avrebbe sostenuto il Partito dei lavoratori del Kurdistan, il PKK – ritenuto dalla Turchia e anche dalla Ue un’organizzazione terroristica ma da sempre in prima linea contro l’Isis – anche attraverso i social media a sostegno del Kurdistan libero.
Terrorismo, Nuoro. Pronto a ripartire per la Siria: sequestrato passaporto a Pierluigi Caria