Aperture e chiusure delle forze politiche rispetto alla proposta di “Primarie nazionali sarde a fine novembre” lanciata da Paolo Maninchedda durante l’assemblea dei sindaci ad Abbasanta riuniti dal Partito dei Sardi.
La deputata del Pd, Romina Mura, dichiara di “accettare la sfida culturale, d’altra parte noi siamo la classe dirigente legittimata, oramai da anni, con le primarie”, e rilancia sulla definizione di “un Manifesto per la Sardegna lanciando un progetto alternativo sia ai Lega-Stellati che al Centro-destra”. Allo stesso modo, il segretario regionale del Pd, Emanuele Cani, ricorda che “le primarie sono nel nostro Dna, è bene che anche il Partito dei sardi si sia convinto”. A quelle proposte da Maninchedda ieri ad Abbasanta può partecipare chiunque dica solo una cosa: la Sardegna è una nazione, una comunità di valori e di interessi nazionali che vuole i poteri necessari per difenderli e interpretarli. “Noi – spiega Daniele Cocco (Mdp) – siamo di sicuro d’accordo sul fatto che possano esserci primarie e che sia necessario affrancarsi da una politica centralista, anche se ancora non si è pronti a ragionamenti sull’indipendenza”.
In ogni caso, aggiunge, “l’apertura al dialogo è limitata a quelle forze che non contemplino posizioni di estrema destra”. Per Luciano Uras (Campo Progressista) “le primarie restano uno strumento democratico di consultazione al quale abbiamo partecipato raggiungendo anche risultati positivi”. In area centrodestra, il coordinatore di Forza Italia, Ugo Cappellacci, spiega che “l’idea di primarie nazionali sarde è di certo accattivante, ma prima è necessario condividere un quadro di valori”. Sull’invito di Maninchedda a rivendicare maggiori spazi di autonomia, “siamo d’accordo, ma ricordo che il Pds ha votato per il patto scellerato Pigliaru-Padoan che con il ritiro dei ricorsi è costato alla Sardegna 4 miliardi di euro”. Questo, continua il deputato azzurro, contraddice col fatto di volere più autonomia. In ogni caso, “il Partito dei sardi oggi è nella maggioranza, chiarisca la sua posizione e dopodiché si può discutere, perché al dialogo siamo sempre aperti”. Michele Cossa (Riformatori) precisa che “noi siamo nella coalizione di centrodestra, se si arriverà alla condivisione di un nome allora non ci sarà bisogno di primarie, in caso contrario saranno l’unica strada percorribile”.
Paolo Truzzu (Fratelli d’Italia) confessa di non aver capito la proposta del Pds: “Se si candidassero tutti non ci sarebbe più bisogno di andare ad elezioni”. E poi, chiude, “vorrei capire se esiste qualcuno che dichiara di fare politica contro l’interesse dei sardi e della Sardegna”.







