Un emendamento da un miliardo di euro per riconoscere alla Regione Sardegna gli introiti sui prodotti petroliferi lavorati nell’Isola. Ad annunciarne la presentazione nella discussione della prossima legge finanziaria regionale sono i Riformatori sardi, che già nei giorni scorsi avevano indicato la battaglia sulle accise, assieme a quella sull’insularità, come temi imprescindibili per far parte della coalizione di centrodestra che si presenterà alle elezioni di febbraio 2019.
Concetto ribadito dal coordinatore regionale Pietrino Fois anche oggi: “Alla sottoscrizione di questo impegno condizioneremo la nostra partecipazione all’alleanza. Oggi – ha spiegato – ripartiamo dalla finanziaria del 2014 della Giunta Cappellacci, quando l’inserimento dei proventi delle accise nel bilancio della Regione fu approvato all’unanimità (centro sinistra compreso) sia in commissione che in Aula, scelta poi sconfessata dall’accordo sulle entrate sottoscritto col Governo da Pigliaru e Paci. Che ritirarono il ricorso davanti alla Corte Costituzionale”. La cifra indicata nell’emendamento è simbolica, perché, ha sottolineato Fois, “il valore reale dei prodotti petroliferi lavorati nelle raffinerie sarde dovrebbe aggirarsi sui 5 miliardi”.
Se la proposta di modifica venisse approvata, la finanziaria sarebbe impugnata dal Governo e si andrebbe di nuovo di fronte alla Corte Costituzionale. Per il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, “la Giunta è colpevole di un atteggiamento da zerbini nei confronti dello Stato, dopo la rinuncia ad un ricorso che poteva essere vinto, anche per il precedente della Sicilia, e avrebbe portato all’aumento strutturale delle entrate della Regione”. Il consigliere Michele Cossa ha osservato che “oggi tutti partecipano a una gara a chi è più autonomista, ma non c’è nessuna vera autonomia senza autonomia finanziaria”.







