“La Cimo Regione Sardegna, dopo mesi di inutili trattative, si trova costretta a dichiarare lo stato di agitazione dei colleghi del 118 (Emergenza Sanitaria Territoriale) che, dal mese di ottobre 2017, non vedono corrisposte parte delle indennità loro dovute e denuncia il mancato rinnovo dell’accordo integrativo regionale, origine dell’attuale caos normativo”. Lo afferma il segretario regionale del sindacato dei medici Cimo Sardegna, Luigi Mascia.

“La mancanza di una governance efficace del settore ha provocato e provocherà la fuga dei professionisti, impegnati per anni nel servizio, verso altri settori della medicina convenzionata – sottolinea il dotto Mascia -. La demedicalizzazione strisciante del servizio creerà un carico insostenibile di lavoro alla medicina ospedaliera, facendo mancare l’indispensabile filtro territoriale alle urgenze, dirottate nei già saturi pronto soccorso. L’elisoccorso infatti è a tutti gli effetti un intervento eccezionale, pur se indispensabile in situazioni e contesti particolari, ma complementare e non certo sostitutivo delle ambulanze medicalizzate, indispensabili per il primo soccorso e la gestione del paziente critico nel territorio”.

Il sindacato che rappresenta oltre la metà dei medici del 118 chiede “l’immediata creazione di un tavolo negoziale che permetta di restituire dignità ad una categoria di professionisti che, pur in allarmante carenza di organico e di mezzi, ha garantito e garantisce un apporto puntuale e di qualità in un settore nevralgico del Sistema Sanitario Regionale”.