L’alluvione del 1951, un avvenimento meteorologico che ha segnato la Sardegna

A metà ottobre del 1951 la nostra Isola venne sommersa da una straordinaria ondata di pioggia e maltempo. Un diluvio di sei giorni flagellò la Sardegna. Una pioggia insistente, martellante, che provocò drammi individuali e collettivi, e che mise in ginocchio centinaia di città e paesi sardi.

Sono passati 67 anni da quella alluvione, ricordata da tanti come la più grande del ‘900, uno degli eventi più rilevanti che l’Isola abbia sicuramente mai subìto. E, a leggere le ultime cronache, avvenimenti catastrofici simili continuano a guadagnarsi un titolo in prima pagina ancora oggi, segno che la morfologia del territorio sardo non è ancora immune a simili eventi.

I numeri

L’alluvione del 1951, avvenuta tra il 14 e il 19 ottobre, è storica per la sua durata e per la sua estensione territoriale. “Colpì 1/3 della superficie dell’intera Sardegna, con picchi oltre i 500 mm” scrive Andrea Murgia, esperto meteorologo che ha ricostruito i fatti accaduti in quei giorni. Per capire la portata dell’evento: nell’ultimo nubifragio che ha colpito il sud Sardegna, si sono registrati 353 millimetri di pioggia.

Alluvione del 14-19 ottobre 1951. Cronistoria di un evento catastrofico

Il fenomeno, secondo l’attenta analisi degli eventi di Murgia, si colloca dopo una serie di annate con pochissima pioggia e riserve idriche praticamente a secco: “Nella sola annata del ’51 ci fu una riduzione del 35% della produzione ortofrutticola del Campidano”.

Lunedì 14 ottobre 1951

La Sardegna si sveglia con nuvole minacciose e con le prime piogge. Il nubifragio colpisce l’Isola con intensità crescente, senza mai fermarsi: l’area più colpita dai rovesci è la Sardegna Sud-Orientale.

Gli accumuli sono stati rilevati dall’Ente idrografico della Sardegna per tutto lunedì:

Località Accumuli
Miniera di Tuvuois (Serpeddì) 131 mm
Burcei 102 mm
Muravera 89 mm
Montes 70 mm
Sa Pira (Sinnai) 60 mm
Galtellì 85 mm
San Pantaleo 46 mm
Massonedili (Tertenia e Quirra) 40 mm

Martedì 15 ottobre 1951

Il Governo italiano, ignaro della catastrofe imminente, pensa a riparare come può i gravi danni della siccità sarda, stanziando 150 milioni di lire. Intanto il Flumendosa e il Cedrino sono già in piena e i torrenti sulla statale 195 si sono già uniti al mare, che risulta da subito impraticabile.

Tra gli accumuli maggiori della giornata si hanno:

Località Accumuli
Rio de Pardia 539 mm
Cantoniera Sicca d’Erba 470 mm
Cantoniera Massonedili 445 mm
Genna Crexia 416 mm
Arzana 395 mm
Baunei 350 mm
Flumendosa I salto 349 mm
Centrale di Sa Teula 339 mm

Mercoledì 16 ottobre 1951

La stampa dell’epoca dà notizia di una Sardegna in piena emergenza: San Vito è parzialmente inondato. “Alle ore 8:30 del mattino il lago dell’alto Flumendosa, che il giorno prima conteneva poco meno di ¼ della capacità massima, raggiunge il livello di massimo invaso e si comincia a scaricare l’acqua in eccesso a valle” si legge nella ricostruzione del meteorologo Andrea Murgia.

La pioggia sembra non fermasi mai, ecco i valori più ingenti di mercoledì:

Località Accumuli mm/ in 2 giorni
 Sicca d’Erba 544 mm  1014 mm
 Flumendosa I salto 451 mm  800 mm
 Bau Mela 430 mm  681 mm
 Cantoniera Pira de Onni 407 mm  576 mm
 Genna Crexia 417 mm  833 mm
 Arzana 400 mm  795 mm
 Cantoniera Giustizieri 390 mm  591 mm
 Cantoniera Genna Scalas 386 mm  624 mm
 Villagrande 385 mm  580 mm

Giovedì 17 ottobre 1951

Si parla di 5 morti in Ogliastra. Nel cagliaritano le strade sono interrotte, i collegamenti saltati, notizie confuse parlano di centinaia di case travolte nei paesi del basso Flumendosa.

Il prefetto, preoccupato dall’emergenza, manda per due volte in ricognizione un velivolo nei paesi più colpiti, approfittando delle condizioni meteo che sembrano leggermente migliorate. I due piloti sull’aereo raccontano di grandi onde da risacca e di un mare marrone a causa dei fanghi portati dai fiumi.

Queste le località con gli accumuli giornalieri più ingenti:

Località Accumuli mm/ in 3 giorni
 Sicca d’Erba  417 mm  1431 mm
 cantoniera Pira de Onni  408 mm  984 mm
 cantoniera Giustizieri  384 mm  975 mm
 Genna Scalas  377 mm  1001 mm
 Jerzu  371 mm  783 mm
 Arzana  365 mm  1160 mm
 Flumendosa I salto  362 mm  1162 mm
 Villagrande  352 mm  932 mm
 Talana  340 mm   697 mm

Venerdì 18 ottobre 1951

Nella giornata di venerdì la pioggia investe tutta l’Isola. Per alcune località del nord Sardegna sarà la giornata che farà registrare i maggiori accumuli della settimana, con i primi disagi e i primi danni. La stampa riferisce di frane, allagamenti e ferrovie fuori uso in Gallura. Tra Ussassai e Arbatax una galleria è crollata, danneggiando i binari. Paesi come Oliena, Arzana, Loceri, Tortolì e Nuoro sono isolati. L’alluvione condusse Gairo, il paese ogliastrino, alla rovina.

Questi i dati giornalieri più significativi del giorno 18:

Località Accumuli mm/ in 4 giorni
 cantoniera Pira de Onni  370 mm  1354 mm
 Oliena  350 mm  1002 mm
 Jerzu  257 mm  1040 mm
 cantoniera Zuirghe  226 mm  632 mm
 cantoniera Genna Scalas  223 mm  1224 mm
 Benetutti  206 mm  296 mm
 cantoniera Taroni  205 mm  488 mm
 Monti  180 mm  408 mm
 Nuoro  180 mm  556 mm

Sabato 19 Ottobre 1951

La perturbazione cessa, finalmente. Viene raggiunta Villaputzu, isolata da vari giorni per il crollo della strada, poco prima del ponte per San Vito. Inizia la conta dei danni.

Domenica 20 Ottobre 1951

Piove ancora sull’Isola, a causa di un’altra perturbazione, proveniente dalla Spagna. Il bilancio dei danni è notevole, mentre ancora alcuni paesi risultano isolati. La stampa dà notizia delle località più colpite come Muravera, con 30 case distrutte e 250 danneggiate, e anche a San Vito ci sono notevoli danni alle abitazioni. Buddusò risulta ancora isolata e senza viveri.

Per l’alluvione del 1951 in Sardegna verranno stanziati 20 miliardi di lire.

Fonte: Andrea Murgia – Meteo Sardegna

Guarda la Photogallery:

Gairo vecchio, viaggio nel paese distrutto dall’alluvione del 1951