“Basta con le catene di Tirrenia allo sviluppo della Sardegna. La Marcia per la libertà del Popolo sardo è l’avvio di una grande mobilitazione contro gli abusi e soprusi che negano il diritto sacrosanto dei sardi di potersi muovere alla pari di ogni altro cittadino italiano ed europeo. La convenzione tra Tirrenia e Stato è un cappio al collo per la Sardegna, bisogna reciderlo prima che soffochi per sempre la già asfittica economia dell’isola. Revocare la convenzione è un obbligo morale, politico e giuridico. Se questo governo non interviene vuol dire che è complice quanto gli altri di un sistema spregiudicato di lobby che vuole mettere le mani sulla Sardegna, impoverendola e poi saccheggiandola. Abbiamo il dovere morale e politico di reagire e di dare la spallata decisiva a questo abuso contro il Popolo Sardo”.

Lo ha detto stamane il leader di Unidos Mauro Pili davanti al molo Rinascita dando l’avvio alla “Marcia per la libertà della Sardegna, contro gli abusi e soprusi della Tirrenia”. Pili, a bordo di un tir lungo 14 metri con la scritta bianco rossa “Basta Tirrenia”, sarà accompagnato da una colonna di tir che lo seguiranno nelle strade sarde proprio per denunciare gli aumenti che graveranno dal 1° novembre sul trasporto sardo. Il lungo tour di oltre 2000 km percorrerà la Sardegna passando per Olbia e Porto Torres e sbarcherà a Genova sino ad arrivare a Roma dove la settimana prossima è prevista la consegna al Ministro dei Trasporti delle oltre 60.000 firme raccolte per dire basta alla Tirrenia. Nel corso della conferenza stampa il leader di Unidos ha chiesto al ministro Toninelli di convocare immediatamente un tavolo con gli operatori sardi del trasporto per bloccare gli aumenti del 50% che scatteranno dal 1° novembre.

“Rivolgo un appello al Ministro perché eviti che questa nostra mobilitazione assuma i connotati di una dura protesta. Già 4 anni fa fummo costretti a bloccare porti e navi per fermare un’altra esclalation di aumenti di Tirrenia. Si eviti un’azione più dura e determinata. Non costringeteci a gesti duri e decisi” – ha detto Pili.

MARCIA PER LA SARDEGNA, DA CAGLIARI A PORTO TORRES, DA GENOVA A ROMA
“Per questa ragione questa marcia nei prossimi tre giorni attraverserà in lungo e in largo la Sardegna per poi sbarcare dall’altra parte del continente per chiedere sostegno ad una causa di libertà e di rinascita della Sardegna. Insieme alla revoca chiediamo al ministro dei trasporti di bloccare senza perdere un giorno di tempo gli scellerati aumenti del 50% decisi unilateralmente da Tirrenia con l’unico obiettivo di fare cassa ai danni della Sardegna e dei Sardi. Occorre ribellarsi con coraggio contro questo sistema di ricatti e condizionamenti già pesantemente sanzionati dall’autorità nazionale per la concorrenza” – ha proseguito il leader di Unidos.

BASTA RICATTI E MINACCE
“Non vogliamo più vedere vedere uomini di Onorato nei porti sardi intenti nel segnare le targhe di chi sale con altre compagnie per poi vendicarsi con ritorsioni di ogni genere. E’ una questione di legalità e di dignità – ha detto Mauro Pili richiamando i verbali della guardia di finanza sui comportamenti della compagnia Tirrenia-Moby. Onorato prende illecitamente 73 milioni di euro dallo Stato per un servizio che fa schifo, sotto ogni punto di vista. Navi vecchie di 40 anni, navi che si fermano in mezzo al mare per black out, costi alle stelle dall’estate all’inverno, servizi scadenti e frequenze ridotte a lumicino. Tutto questo senza alcun controllo reale del Ministero che gli consente di fare e disfare. E’ incredibile che Onorato si possa permettere di non pagare 180 milioni di euro di debiti con lo Stato e nel contempo riceva dallo Stato stesso un regalo di 73 milioni di euro all’anno. I giudici devono sequestrare i 180 milioni di euro prima che sia troppo tardi e nel contempo devono bloccare qualsiasi nuovo pagamento dei 73 milioni”.

LA GALERA PER CHI PAGA ONORATO
“Chiunque pagasse un solo euro ad Onorato – ha detto Pili senza mezzi termini – commetterebbe un reato e andrebbe perseguito con la galera. La convenzione va revocata perché è venuto meno l’interesse pubblico e perché sono state reiteratamente violate le clausole previste dagli articoli 14 e 15 della convenzione stessa. A partire dalla fusione progettata per fine mese della Tirrenia con la Moby. Si tratta di un’operazione che va vietata e bloccata perché significherebbe alterare i bilanci, modificare gli assetti gestionali e patrimoniali, tutti elementi in contrasto con quanto previsto in termini di chiarezza finanziaria richiesta dalla convenzione. Si tratterebbe di un ulteriore colpo alla legittima concorrenza e una gravissima alterazione del mercato.

STOP AUMENTI PER FARE CASSA, UNA RAPINA ALLE FAMIGLIE SARDE
“Questa nostra marcia è un’azione di libertà. Gli aumenti non riguardano solo l’autotrasporto ma avranno durissime ripercussioni sulle tasche delle famiglie sarde. Segneranno un nuovo durissimo colpo all’economia della Sardegna. Riguarderanno le imprese ad ogni livello, questa nostra azione di denuncia e sensibilizzazione è il preludio alla dura protesta se il tutto non sarà fermato. Il nostro – ha concluso Pili è un appello ai Sardi: ci stanno incatenando il futuro, bisogna reagire e rompere queste catene, ma servono coraggio e dignità”.