L’Europa come la conosciamo oggi, piaccia o non piaccia, nacque esattamente 25 anni fa, in una cittadina sfiorata fino ad allora dai grandi avvenimenti storici e portatrice di un nome che, in tempi recenti, si era rivelato essere adattabile alle facili battute.    Il 1 novembre 1993, quando Viktor Orban aveva appena smesso di studiare ad Oxford grazie ad una borsa di studio di George Soros e Matteo Salvini entrava poco più che ventenne nel consiglio comunale di Milano, l’Europa festeggiava quello che percepiva essere un passo avanti irreversibile della sua storia, fatta fino a quel momento di guerre e divisioni. Entrava in vigore il Trattato di Maastricht:nulla sarebbe più stato come prima, nel Vecchio Continente.

Nel cuore dell’Europa

Maastricht è una cittadina di centomila abitanti posta in una lingua di terra che si protende a sud dei Paesi Bassi, a segnare idealmente la strada della lontananza tra quei due vicini rissosi ed irascibili che sono Francia e Germania, nella speranza che esaurito il Belgio si arrivi presto al Lussemburgo.    Il cuore dell’Europa: la vecchia Lotaringia, che nella sua rozza perspicacia Carlo Magno disegnò lungo il percorso del Reno a separare i Franchi Salii e Ripuari dai loro fratelli-coltelli Germani. Non a caso fu a Lotario, signore di questa terra lunga e stretta come il collo di un’oca, che Carlo volle conferire il titolo di Imperatore. Ché Franchi e Germani, una volta appropriatosene, ne avrebbero fatto uso spregiudicato per la loro innata sete di potenza, schiacciando tutti gli altri.