“Gravissimo pericolo per i presenti tenuto anche conto della smodata assunzione di cocaina da parte degli indagati nell’imminenza delle fasi esecutive”. Lo scrive il gip del Tribunale di Cagliari, Roberto Cau, nelle 56 pagine dell’ordinanza che ha confermato il carcere per i tre componenti della banda. Il giudice parla di “condotta non certo improvvisata anche in ragione dell’accertata possibilità di avere importanti appoggi logistici nel cagliaritano e nel nuorese, nonché ausilio e copertura nelle fasi di disimpegno, indicativa di una pregressa consolidata esperienza nel settore dei reati contro il patrimonio con violenza verso le persone e di una spietata indole criminale”.
“Il pericolo concreto che gli arrestati commettano delitti della stessa specie appare elevatissimo ed è desumibile dalle modalità e circostanze della grave condotta criminosa realizzata in uno stabile situato nel pieno centro storico cittadino in un orario in cui lo stesso è frequentato da numerose persone”.
Per il giudice sono “criminali pericolosi”: lo dimostra l’indifferenza dimostrata dai tre “circa la probabile presenza nell’abitazione di una bambina di 4 anni e dall’evidente intenzione di esercitare violenza fisica sulle persone per raggiungere l’obiettivo della sottrazione del denaro con accenni all’eventualità di perpetrare violenza sessuale nei confronti della moglie del ristoratore”. I tre erano intercettati dall’ottobre scorso, quando già stavano pianificando il colpo. “Gli apriamo la cassaforte… lo uccidiamo”, dice uno della banda. L’altro risponde: “Lo leghiamo e gli sc… anche la moglie”.
È fissato per domani l’interrogatorio di Davide Sau, il 32enne fratello dell’attaccante del Cagliari, Marco, arrestato nell’ambito delle indagini sullo sventato sequestro di un facoltoso ristoratore cagliaritano a scopo di rapina. Secondo gli investigatori, il covo della banda era a casa di Sau, nel quartiere popolare di Is Mirrionis: nel suo garage è stato trovato un arsenale di armi e munizioni, ma anche droga e materiale utile per rapine e altre azioni criminali. Nelle 56 pagine dell’ordinanza che ha confermato il carcere per i tre componenti della gang, il nome di Sau non compare mai. C’è invece l’indirizzo del covo: via Is Maglias, la stessa dove fino a ieri sera risiedeva – per altro ai domiciliari – il fratello del giocatore del Cagliari. Dalle intercettazioni, sia ambientali che telefoniche, è emerso che la banda aveva frequentato il covo più volte nelle fasi di pianificazione del colpo, poi sventato dal blitz della Polizia.