Cagliari a piccoli passi con tre punti nelle ultime tre partite. C’è un bicchiere mezzo pieno: la distanza con la terzultima è aumentata e ora la squadra di Maran è a più cinque dal Bologna. Ma anche uno mezzo vuoto. Sono state tre partite vissute pericolosamente con due pareggi riacciuffati in rimonta. E uno zero a zero in casa col Torino con molti rischi. C’è da aggiungere che, sempre in questo trittico, il Cagliari non ha giocato proprio benissimo.
E Maran sa bene che deve ancora registrare qualcosa – e trovare delle soluzioni – per colmare il vuoto lasciato dall’infortunio di Castro. L’unico che fa sempre bella figura è Cragno. E questo dice anche che gli avversari hanno sempre tirato troppo. Ieri con il Frosinone il Cagliari ha provato a partire con un bel piglio, come se stesse giocando in casa. Ma ha subito ballato dietro. E non è colpa solo della difesa visto che sul primo gol, il centrocampo si è dimenticato di Cassata. Poi sono mancati, per rimontare, gioco e lucidità soprattutto vicino all’area avversaria.
Un po’ meglio la ripresa. Le migliori occasioni sono arrivate con la palla a terra quando la squadra ha ragionato è messo qualità nell’ultimo passaggio. Prima Joao Pedro ha sbagliato clamorosamente su assist di Sau. Poi lo stesso sudamericano si è rifatto servendo invece il passaggio vincente su Farias. Già Farias: con lui il Cagliari si è rianimato. E il brasiliano ha anche trovato il gol personale che mancava dallo scorso campionato: 10 dicembre 2017, rete del pari con la Sampdoria.
E, a questo punto, Farias si candida come possibile soluzione per la partita di sabato prossimo con la Roma, magari schierato sulla tre quarti a scambiarsi il compito di stare tra le linee con il connazionale Joao Pedro. Una partita, quella con la squadra di Di Francesco, senza Barella, ammonito (e già questo sarebbe bastato per lo stop) e poi espulso contro il Frosinone. In preallarme Faragò, ma da interno, come ai tempi del Novara.







