“In queste ore la mia persona, i miei familiari, le persone che mi aiutano e sostengono da anni nel mio percorso di recupero fisico e psicologico, sono sotto attacco mediatico senza precedenti”.
Inizia così la lunga lettera postata da Valentina Pitzalis sulla sua pagina ‘Un sorriso per Vale’. La nota affidata a Facebook arriva dopo le dichiarazioni rilasciate dalla madre di Manuel Piredda, Roberta Mamusa, a conclusione dell’udienza avvenuta ieri. La mamma del giovane, al termine della perizia, ha detto ai giornalisti: “Manuel era già morto quando è arrivato il fuoco”.
Secondo i primi esiti dell’incidente probatorio “non ci sarebbero evidenti segni di violenza” sul corpo di Piredda, muratore 27enne di Gonnesa, “né ferite d’arma da fuoco o lesioni provocate da oggetti contundenti”. Nessuna frattura o danni al cranio: il giovane, quindi, non sarebbe morto per traumi esterni e neppure per avvelenamento, ma i periti del Gip di Cagliari, Elena Mazzeo e Claudia Trignano, tendono anche a escludere che sia stato l’incendio ad ucciderlo, visto che nei resti dei polmoni non sono sono stati trovati elementi che confermassero questa ipotesi.
Le dichiarazioni. “Senza attendere una mia risposta – scrive Valentina Pitzalis – un pensiero, opinione, sono stata accusata di essere una “assassina”, “ladra”, “falsa”, “finta invalida” e sono stati pubblicati il mio indirizzo di casa e minacciate le persone che mi assistono e la onlus che da anni mi assiste per difendermi e continuare a trovare una ragione di vita quando mi sveglio la mattina e mi guardo allo specchio, cercando la forza per uscire di casa e continuare a lottare”.
“Per cercare attraverso le vostre parole, angeli, la forza di continuare a sorridere, senza più la mai faccia, una mano e la mia identità” continua la nota sulla pagina. “Ho preso tempo per scrivere perché sto male, perché non ho nulla da nascondere e perché dovevo ritrovare la forza di combattere. Nessuno MAI mi toglierà questo e condivido con voi ciò che mi ha scritto il mio legale, perché solo questa è la MIA verità e solo questa per me è la modalità di scrivere e parlare. Prove, perizie, dibattimento. Il resto non me lo posso permettere. Grazie a chi mi è stato e starà vicino. Arrivederci a chi non vorrà esserci. Io so quanto sono bruciata, so quello che ho vissuto, io ho combattuto sei mesi in ospedale con decine di operazioni”.
Di seguito la lettera dell’avvocato Adriana Onorato inviata a Valentina Pitzalis:
Buonasera Valentina,
oggi si è tenuta la nuova udienza relativa all’incidente probatorio davanti al GIP Dr.ssa Gabriella Muscas.
Erano presenti in aula i due Periti nominati dal GIP – Giudice Indagini preliminari – (la Prof. Mazzeo e la Dr.ssa Trignano), il Consulente della Procura (del PM) Prof. Tagliaro, il Consulente dei Piredda Mamusa (Prof. Fineschi) ed ovviamente i nostri Consulenti (Prof. Roberto Demontis e Dr. Gualtiero Catani, anatomopatologo). I Periti nominati dal GIP hanno esposto oralmente al Giudice la relazione che hanno depositato solo pochi giorni fa ed i risultati delle analisi che sono stati effettuate sui reperti istopatologici prelevati dal cadavere di Manuel. La perizia depositata è stata però duramente contestata dal Consulente della Procura (Prof. Tagliaro), che è sicuramente super partes tanto quanto quello del GIP. Egli, infatti, ha parlato di errori metodologici clamorosi, dal momento che le conclusioni formulate dai Periti risultano fondate su esami immunoistochimici effettuati a mano da laboratori di Ferrara e di Firenze e perciò privi di alcuna validità scientifica, su campioni per di più gravemente deteriorati ed esaminati a distanza di ben sette anni dal fatto.
Per tale motivo le conclusioni cui sono pervenuti i Periti (compresa quella inerente l’asfissia di Manuel precedente all’incendio) sono, a parere del Consulente della Procura ed anche dei nostri Consulenti, assolutamente inattendibili perché viziate dai predetti errori metodologici.
Anche per rispondere alle numerosissime false dichiarazioni finora diffuse sui social e nelle interviste televisive, Le ricordo che il Consulente della Procura è colui che deve sostenere il Pubblico Ministero nella formulazione dell’accusa nei Suoi confronti e che, invece, ha sostenuto finora la totale inattendibilità delle conclusioni della perizia depositata alcuni giorni fa dai Periti del GIP e discussa oggi in aula.
Per le ragioni sopraesposte, oltre che per quelle illustrate dai nostri Consulenti tecnici, il Giudice ha ritenuto opportuno fissare la prossima udienza del 18 marzo 2019 per sentire gli ausiliari dei Periti (Dr.ssa Neri e Dr.ssa Bertol) che hanno eseguito gli esami sopraindicati e verificare in tal modo l’attendibilità degli esami dagli stessi finora effettuati. Anche la prossima udienza si svolgerà perciò ovviamente alla presenza di tutti i Consulenti e dei Periti.
Una conclusione sulla quale, invece, concordano tutti, sia i Periti che Consulenti, è che dalla TAC effettuata su tutto il corpo di Manuel NON sono risultate lesioni traumatiche di alcun genere, neppure dunque quelle ipotizzate dai Consulenti dei Piredda-Mamusa (fori di proiettile nel cranio, ferite da armi da taglio o da fuoco sul corpo) che HANNO COSTRETTO la Procura a riaprire l’indagine chiusa ormai da tempo (per morte del reo), per verificare, attraverso i suoi consulenti, la veridicità di quelle gravi affermazioni.
L’indagine del Pubblico Ministero (perché solo di indagine finora si tratta e non di imputazione per omicidio) è pertanto ancora in corso ed i risultati definitivi si conosceranno solo alla fine delle successive udienze, che non potranno essere inferiori a due, così come già anticipato dallo stesso GIP. Per il momento possiamo, quindi, ritenerci soddisfatti ed attendere con fiducia gli esisti finali dell’incidente probatorio che, siamo certi, saranno correttamente interpretati anche dalla Procura.
Continuiamo, quindi, a non prestare il fianco alle false illazioni e conclusioni finora avanzate dai genitori di Manuel e da tutto il loro staff. Perché purtroppo, Valentina, dovrà continuare a sopportare, speriamo ancora per poco, ciò che tante vittime di violenza sono costrette a subire per dimostrare di essere tali difronte ai loro carnefici ed a chi li sostiene. Un caro saluto.
Avvocato Adriana Onorato
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