La lettera del ministro Giovanni Tria ha come oggetto “l’accordo per la definizione del concorso alla finanza pubblica della Regione Sardegna” da raggiungere, come previsto dall’articolo 1 comma 875 dell’ultima legge di stabilità nazionale “entro il 31 gennaio 2019”.
“Questo comma – scrive il ministro – è finalizzato a definire il concorso della Sardegna in analogia con quanto convenuto con il Trentino Alto Adige e le province autonome di Trento e Bolzano, e successivamente con le regioni Sicilia e Valle d’Aosta. Nell’ipotesi di eventuale stallo nelle trattative – prosegue – il contributo a carico della Regione è determinato in via unilaterale, sia pur con il carattere di provvisorietà, in euro 536 milioni annui per gli anni dal 2019 al 2021”. Nella risposta manca qualsiasi riferimento alla sentenza della Corte Costituzionale dell’11 gennaio che vincola lo Stato alla restituzione alla Sardegna della quota accantonamenti da 285 milioni versata nel 2018.
“La richiesta regionale di scomputare tout court dal concorso alla finanza pubblica l’importo di 285,3 milioni annui è risultata incompatibile con la sostenibilità del bilancio statale”, è scritto, come se la Corte Costituzionale non si fosse mai pronunciata nel merito. “In conclusione – è la parte finale della lettera – si chiede un ulteriore confronto orientato al superiore interesse pubblico di conciliare l’autonomia finanziaria della Regione con gli indefettibili vincoli di finanza pubblica”.







