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“Una vera e propria contrattazione collettiva che metta al riparo i pastori da angherie e gestisca in modo serio e rigoroso la produzione”. E’ ciò che serve, secondo il candidato governatore alle regionali di Sinistra Sarda, Vindice Lecis, per superare “il dramma che stanno vivendo le 17mila aziende pastorali dell’Isola e che sta portando a forme di lotta estreme”.

“Il latte che costa ai pastori tra i 90 centesimi e un euro al litro viene pagato dai “trasformatori” ai pastori 60 centesimi, nettamente al di sotto dei costi di produzione – sottolinea – e l’iniqua corresponsione del prezzo corrisponde alla volontà dei trasformatori di scaricare la crisi causata dalla sovrapproduzione del pecorino romano dop sui pastori”. La Regione, aggiunge Lecis, “deve svolgere un ruolo di supervisione e garanzia sulla concertazione tra industriali, cooperative ed enti di controllo oltre che le organizzazioni professionali”.

Questo servirà a “ridurre le produzioni e diversificarle uscendo dalla monocultura produttiva del pecorino romano dop finalizzato in modo preponderante al mercato americano; investire nella ricerca per nuovi prodotti; ritirare dal mercato subito almeno ventimila quintali di prodotto da consegnare alle persone meno abbienti; impedire che i trasformatori acquistino più latte del necessario per riversare l’Eccedenza nel mercato e imponendo ai produttori di svendere il latte; investire nella formazione per allevatori e pastori”.