“Nelle 5 ore di lavori di ieri, la Regione Sardegna ha ribadito la sua piattaforma, già costruita negli 8 incontri tenuti in questi mesi con tutti gli attori della filiera, e che ha fatto da base di ragionamento anche nel tavolo organizzato a Cagliari mercoledì scorso. Sul piatto 49 milioni di euro che dovrebbe portare a levare dal mercato il prodotto e permettere così una risalita del prezzo del Romano e quindi del latte nel giro di poco tempo”. Lo sottolinea l’assessore dell’Agricoltura della Regione Sardegna, Pier Luigi Caria, alla vigilia del nuovo tavolo di filiera del settore ovicaprino, convocato a Cagliari dal ministro Gian Marco Centinaio.

Per l’acquisto del Pecorino romano invenduto ci sono 15 milioni di euro messi dalla Regione, 10 milioni dal Banco di Sardegna, “a cui si aggiungono – osserva Caria -altri 10 milioni del ministero delle Politiche agricole (provenienti da tutto il fondo per la filiera ovicaprina nazionale) e 14 del ministero dell’Interno”. L’assessore evidenzia che “la proposta fatta sul litro latte in acconto dagli industriali è di 70 centesimi. La delegazione dei pastori presenti a Roma l’ha rifiutata proponendo a sua volta una base di partenza di almeno 85 centesimi. Un prezzo – precisato Caria – che da assessore vado dicendo da mesi, poiché si tratta della media delle ultime cinque stagioni”.

L’esponente della Giunta vuole chiudere “il prima possibile questa vertenza per il bene dei pastori, perciò, come Regione, siamo disponibili ad aggiungere altre importanti risorse, lo stesso chiederemo di fare con determinazione al Governo, per svuotare completamente i magazzini e dare quindi un segnale forte ai mercati. Senza formaggi da vendere – ha osservato l’assessore – il prezzo schizzerebbe alle stelle e gli alibi di chi non vuole venire incontro alle richieste dei pastori scomparirebbero. È il momento di scelte coraggiose che siamo disposti a fare da amministratori e da sardi”.