La notizia era nell’aria: dopo la proclamazione dello stato di agitazione dei tassisti in Sicilia, portata avanti da Silt, anche la Sardegna sta prendendo coscienza della necessità di unirsi nella lotta comune per contrastare l’applicazione così com’è del decreto 143/2018 sul trasporto pubblico non di linea, rientrato nel Dl Semplificazioni con precise deroghe sulla regionalizzazione delle licenze solo per le due isole.
L’ultimo step atteso è la conferenza Stato Regioni che dovrebbe essere convocato entro il 28 febbraio 2019: “Qui si giocherà l’ultima occasione di far sentire le nostre voci – afferma Angelo Sciacca, presidente nazionale Silt – voci che già da ora devono far tremare qualche burocrate a Roma. Proprio stamattina si è tenuta un’assemblea con i primi tassisti cagliaritani aderenti allo stato di agitazione, ospitata nella sede della Cooperativa “4 Mori”. La protesta si allargherà a macchia d’olio – sottolinea – la categoria dei tassisti non può e non deve assistere inerme all’invasione, inevitabile, di Ncc provenienti da ogni dove nelle zone nelle quali c’è maggiore offerta. Diciamo un ‘no’ ancora più forte all’abusivismo e siamo pronti ad essere in prima linea per trovare i mezzi idonei a contrastarlo”.
“Saranno attratti – continua Sciacca – gli interessi di multinazionali che non vedono l’ora di sbarcare nelle nostre isole maggiori portando quella che consideriamo concorrenza sleale, a danno delle aziende più piccole che non saranno in grado di reggere il confronto. Le licenze dei tassisti, mantenute faticosamente con il duro lavoro, perderanno il loro valore e saranno polverizzate. Noi useremo tutti gli strumenti a nostra disposizione, confrontandoci nelle sedi istituzionali e facendo sentire la nostra voce a livello regionale e nazionale”.
Venerdì 22 febbraio sarà il turno di Olbia e confluiranno tassisti dalle maggiori aree di richiamo turistico, una delle vere risorse della Sardegna: l’appuntamento alle 15 in una sala interna dell’aeroporto.
“Il lavoro da fare è tanto – conclude – dobbiamo avere il maggior supporto possibile da parte di tutti coloro che credono ancora nel proprio lavoro. Nel loro onesto lavoro. Tutti lavoriamo per le nostre famiglie, difenderemo i nostri diritti senza lasciare niente di intentato”.







