In sei giorni si sono resi responsabili di quattro azioni criminose, perpetrate con la stessa tecnica: il più giovane faceva da palo e osservava i movimenti delle ignare vittime e il complice si impossessava di borse e di tutto ciò che per entrambi rappresentava un facile bottino da spartirsi.
La loro prima attenzione è stata rivolta verso la bicicletta elettrica del titolare di un noto esercizio commerciale in viale Umberto. La bici era stata lasciata in sosta davanti al negozio, con la ruota posteriore bloccata da una catena: mentre il palo osservava i movimenti del proprietario all’interno del negozio, il trentunenne si impossessava del veicolo e scappava in direzione di via Bellieni, seguito dal complice. Ma fortunatamente l’esercente aveva notato strani movimenti davanti al negozio, e si è precipitato in strada e vedeva l’uomo allontanarsi spingendo la bicicletta: si metteva all’inseguimento del giovane e quest’ultimo, per non essere preso, lanciava la bicicletta sulla carreggiata, proseguendo la fuga.
Due giorni più tardi i due hanno adocchiato una donna mentre parcheggiava la sua Fiat Panda in via Enrico Costa: con la stessa tecnica il palo si occupava della vittima, ha seguito la donna fino a casa sua, mentre il complice si introduceva indisturbato nell’abitacolo dell’auto impossessandosi della borsa con numerose carte di credito, banconote, i documenti personali e di guida, un paio di occhiali, un cellulare, alcuni farmaci. Trascorsi altri due giorni, i due agivano ancora, con sempre maggiore spregiudicatezza: notavano una donna parcheggiare la propria auto in via Manno e dirigersi verso il parchimetro per effettuare il pagamento della tariffa di sosta: in pochi istanti, i due uomini raggiungevano l’auto e mentre il complice si collocava di fronte all’autore materiale del furto, quest’ultimo si impossessava della borsa che la donna custodiva nell’abitacolo della Fiat Punto al cui interno la donna deteneva banconote, carte di credito, telefono cellulare, chiavi di casa ed altri effetti personali.
Due giorni più tardi, il trentunenne entrava in un esercizio commerciale in via Cagliari mentre il complice attendeva di fronte all’ingresso del suddetto negozio; l’uomo, impossessatosi del borsello appartenente ad un dipendente del negozio, contenente tre portafogli, carte di credito e banconote, si dava alla fuga in direzione di via Turritana, seguito dal complice. Poco dopo questo furto, i due giovani venivano intercettati da una pattuglia della polizia municipale nel centro storico, e nel corso dell’identificazione uno dei due uomini si assumeva la paternità dell’azione criminosa, consentendo agli agenti di recuperare la refurtiva. Le indagini sono partite da questo momento e, specificamente, dall’identificazione del sopra citato giovane.
L’attività svolta dagli agenti del Nucleo investigativo in borghese si è concentrata sull’esame di tutti i filmati registrati dalle telecamere distribuite lungo l’area, di fatto circoscritta, in cui erano stati perpetrati i furti, ma anche sulle testimonianze fornite dalle vittime e da alcuni passanti che avevano assistito ai fatti. Le telecamere hanno immortalato i due uomini nelle fasi temporali che hanno scandito i tempi delle azioni criminose. I due uomini sono stati identificati con certezza in poche settimane e a loro si sono potuti attribuire con altrettanta certezza i furti seriali.
Questa mattina, in esecuzione all’ordinanza di custodia cautelate emessa dal GIP del Tribunale di Sassari, su richiesta del Pubblico Ministero i due giovani, C.R. 31 anni ed F.M.C. 27 anni, entrambi sassaresi, sono stati raggiunti presso le loro dimore e tradotti in carcere. L’Autorità Giudiziaria ha ritenuto sussistere le esigenze di custodia in carcere per la pericolosità sociale dei due soggetti, e per il pericolo concreto che possano reiterare i furti seriali in ragione della loro spregiudicatezza.