Occorre rendere disponibili al più presto i nomi delle aziende che importano alimenti dall’estero per rivenderli sotto la copertura di marchi nazionali. E’ quanto ha chiesto il presidente nazionali della Coldiretti, Ettore Prandini, presente oggi alla Fiera di Cagliari con il vice premier Matteo Salvini. Grazie al pronunciamento del Consiglio di Stato del 6 marzo scorso, è caduto il segreto di Stato sui cibi stranieri che arrivano in Italia e – ha sottolineato Prandini – ora “occorre definire subito le modalità attraverso cui saranno rese disponibili le informazioni relative alla destinazione dei prodotti agro-alimentari stranieri importati in Italia”.
“Sarà finalmente possibile sapere da dove viene il latte impiegato in yogurt, latticini o formaggi di una determinata marca ma l’affermazione del principio – ha sottolineato il presidente della Coldiretti – deve valere anche per la provenienza della frutta in succhi e marmellate o della carne impiegata nei salumi, che invadono il Paese all’insaputa dei consumatori. Finora una complessa normativa doganale ha impedito l’accessibilità dei dati sulle importazioni senza significative ragioni in una situazione in cui contiene materie prime straniere circa un terzo della produzione totale dei prodotti agroalimentari venduti in Italia ed esportati con il marchio Made in Italy, a danno delle aziende agricole, dell’occupazione e dell’economia nazionale. Una mancanza di trasparenza che va combattuta – ha concluso Prandini – anche con l’emanazione in tempi brevi dei decreti per dare piena attuazione alle norme sull’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti approvata con la legge sulla semplificazione, per valorizzare la produzione agroalimentare nazionale e consentire scelte di acquisto consapevoli”.







