pasqua-macellai-in-rivolta-and-ldquo-agnello-sardo-igp-svenduto-al-supermarket-and-rdquo

Dei 100mila Agnelli sardi Igp 20mila saranno consumati per il pranzo di Pasqua in Sardegna, 80mila nel resto del Paese, dove in totale saranno consumati oltre 800mila agnelli, secondo i dati del Consorzio di Tutela dell’Agnello Sardo Igp. Ma nell’Isola resta la tradizione dell’acquisto diretto dal pastore. In queste ultime ore sono frenetiche le attività di macellazione (semiclandestina) che si stanno consumando nelle campagne sarde. E’ una tradizione secolare, impossibile da sradicare, che vede le famiglie sarde affidarsi alla tradizione e all’acquisto del prodotto a km Zero, cioè direttamente dal pastore.

Si stima infatti che oltre quelli Igp acquistati nei canali di vendita ufficiale, siano oltre 20mila gli agnelli venduti direttamente nelle aziende, anche perché assieme all’animale viene consegnato anche l’intestino con le interiora, come tradizione vuole, per fare la treccia da arrostire o da cucinare in umido con i piselli. A questo si aggiunge il formaggio fresco e la ricotta, che contribuiscono a far fare cassa alle dissanguate tasche dei pastori, reduci da una vertenza, quella del latte del mese di febbraio scorso, che ha portato pochi incassi.

Se il latte infatti rappresenta circa il 75% degli introiti dell’azienda agricola, il restante 25% è rappresentato proprio dalla vendita degli agnelli e dai capretti, anch’essi cibo prelibato e squisitamente tipico della Pasqua. Il prezzo infatti tiene: l’agnello sardo Igp ha raggiunto i 5,30 euro al kg per peso vivo, con punte di 5,50 euro, in azienda è venduto ad un prezzo oscillante tra gli 8 e i 9 euro, così come il capretto, che in talune zone della Sardegna supera anche gli 11 euro.

Tradizione rispettata quindi con l’acquisto del prodotto direttamente dal pastore e che vedrà l’agnello presente su tutte le tavole pasquali delle famiglie sarde. Questo per evitare le ‘fregature’ degli agnelli che provengono dall’estero, in particolare dalla Grecia, Romania e Macedonia.