Cresce la preoccupazione di sindacati e lavoratori per il futuro dell’Eurallumina di Portovesme dopo l’incontro dello scorso aprile tra Rusal e sottosegretario Crippa sullo stop alle centrali elettriche a carbone nel 2025. Ad oggi non è stata ancora fissata una data per un prossimo vertice e così i sindacati hanno inoltrato una richiesta urgente al Mise per sollecitare un chiarimento.
“Al momento attuale, il governo non ha risposte certe su come verrà garantita la fornitura di energia termica necessaria alla fabbrica di allumina, materia prima indispensabile anche alla vicina Sider Alloys – denunciano Filctem Cgil, Femca Cisl, e Uiltec Uil – Eppure la soluzione c’è e passa per il riconoscimento della specificità della Sardegna, unica regione senza il metano, già presente nella vecchia Sen e inspiegabilmente eliminata dall’attuale governo. Tutto ciò rischia di compromettere la ripartenza di un pezzo determinante delle attività industriali, sul quale lo stesso ministro Di Maio ha però speso, nei giorni scorsi, parole rassicuranti”.
Filctem, Femca e Uiltec, nella lettera inviata al Mise, ricordano che “il riavvio dell’Eurallumina, con i 245 milioni di euro di investimenti previsti, 357 posti di lavoro diretti e oltre 200 delle imprese d’appalto, porterebbe con se altri effetti positivi per l’intero territorio. Ora invece – osservano – l’impatto del decreto sulla chiusura delle centrali a carbone e l’assenza di risposte sulle alternative per l’approvvigionamento dell’energia necessario allo stabilimento rischiano di mettere di nuovo in discussione il progetto Eurallumina e così pure la ripresa di Syder Alloys”.







