Il Comitato per l’inserimento del principio di insularità in Costituzione ha scritto al ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Francesco Boccia sollecitando un incontro e auspicando che il Governo Conte “avverta la necessità di intervenire quanto prima non concedendo favori o un sostegno particolari alla Sardegna quanto un riconoscimento non più dilazionabile”.

Secondo Roberto Frongia, che è anche assessore regionale, e Maria Antonietta Mongiu, si tratta di “ovviare a una storica discriminazione attraverso l’inserimento in Costituzione di quel ‘principio di Insularità’, considerata a buon diritto la ‘battaglia dei sardi’ di quelli residenti e di quelli emigrati. Un’iniziativa trasversale che unisce gli schieramenti politici, nessuno escluso; imprese; associazioni di categoria, datoriali e sindacali; cultura; sport; università. In sintesi tutta la Sardegna”.

“In questa diversa fase dell’autonomismo, non ultimo quello delle Regioni a Statuto speciale – scrivono, ricordando la proposta di legge nazionale ferma al Parlamento – la Sardegna si interroga sui fondamenti stessi della sua Autonomia che nell’insularità ebbe le ragioni fondanti, riconosciute dai padri e dalle madri costituenti”.

Impiegare parte dei fondi Ue della programmazione 2021-2027 per superare il gap determinato dalla condizione di Insularità. E’ uno dei punti affrontati durante il convegno “l’Europa, la Sardegna e la questione insulare: un bilancio dopo vent’anni (2009-2019) organizzato a Cagliari dall’associazione degli ex Consiglieri regionali.

“Per quanto non fosse auspicabile, il ritorno della Regione nell’Obiettivo Uno dà diritto a più risorse – dichiara l’ex consigliere Eliseo Secci – bisognerà orientarle per aggredire gli svantaggi antichi e attuali, così da perseguire quello sviluppo che l’Isola merita”. Anche la docente di diritto internazionale dell’Università di Messina Lina Panella, ha delineato le caratteristiche fondamentali della politica di coesione dell’Unione europea, spiegando come le regioni insulari potrebbero sfruttare l’opportunità dei fondi strutturali”. Ad esempio, “la Sicilia è riuscita a far inserire l’insularità come motivo di distribuzione dei fondi a livello nazionale”.

Al convegno hanno partecipato anche il docente dell’Università di Sassari, Paolo Fois, Beniamino Moro dell’Università di Cagliari. Joan David Janer (Università delle Isole Baleari) e Luis Javier Capote Perez (Università delle Canarie), hanno illustrato la situazione delle isole iberiche. Perez, in particolare, ha ricordato che nelle Canarie è riconosciuto un regime di esenzione fiscale che favorisce la popolazione. Assente il presidente del Consiglio Michele Pais che però ha inviato un intervento letto da Secci. Anche il massimo rappresentante dell’Assemblea ha insistito sulla necessità per la Sardegna di “far sentire in modo adeguato le proprie istanze a livello europeo”.