“Trattato da schiavo” nel ristorante dove aveva trovato lavoro come lavapiatti, mentre è in attesa del riconoscimento dello status di rifugiato.
La storia di un 20enne ivoriano, domiciliato a Villanovaforru, è stata raccontata prima sulla pagina Facebook del sindaco del paese del Sud Sardegna, Maurizio Onnis, e ripresa dal quotidiano La Nuova Sardegna.
“Funziona così, proprio ora. Un ragazzo di vent’anni, diciamo un ivoriano, attende che il tribunale gli riconosca o meno la protezione internazionale. Nel frattempo, siccome è uno veramente a posto, uno di quelli che si fa quotidianamente in bici decine di chilometri per portare il suo curriculum nei paesi dei dintorni, cerca e trova un lavoro – scrive il primo cittadino – Ristorazione. Contratto regolare, part-time.
Però succede che non lo fanno lavorare quattro, ma dieci ore al giorno. E che viene bersagliato, schernito senza sosta, dalla truppa di cucina e dai proprietari del locale. Trattato come uno schiavo.
Lui non può andarsene, perché quelle settimane d’impiego lo aiutano ad ottenere il giudizio favorevole del tribunale. Ma quando tutto è finito, dopo due mesi da lavapiatti, gli è passata qualsiasi voglia di lasciarsi “integrare” da noi”. Infine l’amaro commento del sindaco Onnis, “questa ‘integrazione’ serve unicamente a farlo sentire una m…. Io non so cosa ci sia nel suo futuro.
So cosa c’è nel nostro presente: cattiveria, frustrazione, stupidità. E nessuno ne viene fuori bene”.







